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Catasto «locale» verso il debutto
.:: Alfiero Grandi Pubblicato in data:  26/09/2006  12:24:24, in Catasto, letto 1891 volte

Segnalo l'articolo di Giorgio Costa su 24 Ore che riporta correttamente la conferenza stampa che si è svolta lunedì 25 settembre, presso la Provincia di Bologna per presentare la conclusione della sperimentazione del decentramento del catasto ai Comuni nell'area Terre d'Acqua (S. Giovanni ecc.). All'esperienza hanno partecipato i Comuni e l'Agenzia del territorio con un risultato positivo che ha portato ad inaugurare proprio il 25 settembre il nuovo polo catastale decentrato. Unico dato riportato non esattamente è quello relativo al decentramento del personale. Infatti la percentuale del 50% era quella della prima ipotesi, poi successivamente ridotta e oggi, grazie all'informatica, da ridefinire. Il piccolo refuso nulla toglie al resto. Alfiero Grandi

Catasto «locale» verso il debutto 

Comuni sempre più vicini a mettere le mani sul Catasto, in attesa di una riforma che rivedrà dalla base anche il sistema degli estimi. Sarà infatti firmata entro la settimana l’intesa tra il Governo e Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni, che sancirà l’accordo “politico” tra sindaci ed esecutivo, ponendo così fine alle proroghe che hanno fatto slittare un passaggio già previsto per il 2003. Lo ha annunciato ieri il sottosegretario all’Economia Alfiero Grandi, inaugurando la nuova sede del polo catastale di San Giovanni in Persiceto nel Bolognese - sei Comuni consorziati - uno dei prescelti per la sperimentazione del decentramento degli uffici catastali. Come ha precisato Grandi, questo non è che il «primo tempo» di una riforma che verrà completata con la ridefinizione del sistema di valorizzazione degli immobili, «Non si può restare a lungo in una situazione che vede troppe disomogeneità, ma lo faremo con calma - spiega Grandi – e quando il passaggio ai Comuni della gestione del Catasto sarà a regime. Guarderemo anche a quel che avviene nel resto d’Europa, ma la mia personale opinione è che si debba continuare sulla strada della tassazione del valore e non del reddito e che non si può prescindere dalla drastica riduzione a non più di una decina dei 300 parametri di cui oggi si deve tener conto per accatastare un immobile». Intanto, per quel che riguarda la “fase uno”, cioè la gestione comunale del Catasto, l’idea del sottosegretario Grandi è che essa si debba concludere entro un anno. Con una serie non piccola di ‘ammortizzatori” per i Comuni. Il Governo, infatti, sta pensando da una parte a incentivare economicamente i consorzi e le aggregazioni tra Comuni per raggiungere la massa critica necessaria a gestire l’operazione mentre, dall’altra, non escluderà, per quei sindaci che lo vorranno, la possibilità di convenzioni con l’agenzia del Territorio per lasciare a essa la gestione delle pratiche o anche solo accordarsi per funzioni specifiche e di elevata professionalità. Ma i Comuni chiedono garanzie anche sul fronte del lavoro e del trasferimento delle risorse necessarie. E Grandi rassicura i sindaci su entrambi i fronti. Per quel che riguarda il personale, si lavora all’idea di lasciare ai Comuni circa il 50% dell’attuale organico del Catasto; ciò significa decentrare circa 2.500 addetti. «Valuteremo insieme ai Comuni e all’agenzia del Territorio se si tratta di una dotazione sufficiente - spiega il sottosegretario con delega alla riforma del Catasto - così come stiamo ragionando sulla possibilità di un fondo cogestito per sostenere le amministrazioni locali più in difficoltà sul passaggio di competenze». Sul fronte finanziario l’idea è quella che fatte 100 le entrate da diritti catastali, 30 può restare ai Comuni e 70 all’agenzia del territorio; e questo, secondo i calcoli di Paola Marani, sindaco di San Giovanni in Persiceto che ha sperimentato il decentramento, «potrebbe bastare». Scettica la reazione di Corrado Sforza Fogliani, presidente di Confedilizia, sul passaggio ai Comuni del Catasto. «Grandi vantaggi peri cittadini,con le visure che sono disponibili online, non credo ne vengano. Per quel che riguarda i nuovi estimi, la Corte costituzionale è stata chiara: il Catasto è solo provvisoriamente a valore. Quindi deve basarsi sul reddito».