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.::Pubblicato in data: 06/05/2025 in Politica, letto 30 volte
(www.strisciarossa.it - 05 maggio 2025)
Poca informazione di merito, tentativo di dipingerli come inutili, pochi argomenti contrari, tutto fa brodo per cercare di bloccare i 5 referendum dell’8/9 giugno. Invece è decisivo per il futuro della democrazia in Italia recarsi a votare l’8/9 giugno per i referendum sia per il merito: i diritti di chi lavora e la cittadinanza in tempi più ragionevoli per chi abita, lavora e paga le tasse in Italia, sia per il significato politico che avrebbe contrastare la diminuzione dei votanti che nelle comunali a Trento e Bolzano è ormai la metà degli aventi diritto al voto. Evidentemente le proposte dei partiti in campo non riescono a convincere una parte crescente delle elettrici e degli elettori che vale la pena di partecipare attivamente, di impegnarsi con il voto. Per la democrazia in Italia è un campanello di allarme, tanto più che il voto (personale e libero) ciascuno di noi lo ha ottenuto grazie alla vittoria sul fascismo del 25 aprile 1945, ottenuta cacciando gli occupanti nazisti. Il fascismo aveva trascinato l’Italia nella devastante seconda guerra mondiale, con milioni di vittime e enormi distruzioni e per di più dalla parte sbagliata della storia. Va sottolineato che le donne hanno votato per la prima volta nel 1946 grazie alla sconfitta del nazifascismo. Non partecipare al voto è un danno per la democrazia I referendum previsti dalla nostra Costituzione sono uno strumento importante di democrazia diretta, cioè di partecipazione delle elettrici e degli elettori alle decisioni nel nostro paese. Gli elettori possono decidere che norme di legge approvate dal parlamento vanno abolite, fare sentire la loro voce e esprimersi con chiarezza... Continua a leggere...
.::Pubblicato in data: 21/04/2025 in Politica, letto 48 volte
(www.strisciarossa.it - 21 aprile 2025)
La morte di Alessandro Pace, preannunciata da una malattia insidiosa e terribile, suggerisce di unire il ricordo di una figura di intellettuale di grande valore con una riflessione politica su un tornate decisivo per la storia dell’Italia: il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. Alessandro Pace era professore emerito di diritto costituzionale alla Sapienza e avvocato, in tanti anni di insegnamento e di ricerca si è occupato della Costituzione della nostra Repubblica e ha scritto saggi, libri, diretto una rivista dei costituzionalisti. Nell’ultima fase si è occupato della felicità, nelle declinazioni della Costituzione Usa e di quella francese, mi disse che era un argomento che lo aveva affascinato da anni e che dopo essersi dimesso dalla Presidenza del Coordinamento che aveva contribuito a fondare poteva finalmente approfondire. Mi chiamò mesi dopo contento di avere concluso la ricerca e mi inviò uno scritto sull’argomento. Il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 Questo studioso di orientamento liberale è stato altresì protagonista nel 2016, a 80 anni, dell’iniziativa di massa... Continua a leggere...
.::Pubblicato in data: 12/04/2025 in Politica, letto 77 volte
(www.scrisciarossa.it - 12 Aprile 2025)
Il governo Meloni è un danno per il futuro dell’Italia. La Presidente del Consiglio insegue un rapporto “speciale” con Trump che non può che portare guai. Se Trump decidesse di affondare il coltello per dividere l’Europa, cosa risponderebbe il governo a un trattamento privilegiato? Dividere l’Europa? Se Trump confermasse per l’Italia i dazi imposti al resto dell’Unione, emergerebbe tutta l’irrilevanza politica di questo esecutivo. I sovranismi entrano in collisione con un sistema di relazioni tra Stati basato sul reciproco interesse.
Il governo è prigioniero da due anni e mezzo di un’interpretazione sbagliata della politica, dell’economia e della società, e manifesta insofferenza per i ruoli di controllo e contrappeso istituzionale previsti dalla nostra Costituzione, come dimostra l’attacco all’indipendenza della magistratura. Non è un problema solo italiano. Non possiamo dimenticare che Trump non accettò il risultato elettorale nel 2020, incoraggiando l’assalto a Capitol Hill, e ora non solo ha amnistiato i rivoltosi, ma attacca ogni potere che possa ostacolarlo, mettendo a rischio la democrazia. Prevale nella destra al governo l’insofferenza per regole e leggi, con risposte securitarie contro ogni forma di dissenso, dai rave party all’ultimo decreto sicurezza, dove si moltiplicano reati e pene... Continua a leggere...
.::Pubblicato in data: 29/03/2025 in Pace, letto 85 volte
(www.scrisciarossa.it - 29 Marzo 2025)
La manifestazione di Piazza del Popolo era molto partecipata. Se sommiamo le manifestazioni contemporanee a Roma – certo con impostazioni diverse – è confermato che esiste una richiesta di partecipazione democratica in controtendenza con il crescente astensionismo elettorale, che invece indebolisce la democrazia. Per questo, quelle domande devono trovare risposte e, attraverso queste, arrivare a una sintesi. In sostanza, è una sfida da raccogliere, a cui dare continuità.
Poiché la preoccupazione principale è certamente la guerra, anzi le 52 guerre presenti nel mondo, a partire dall’Ucraina e da Gaza/Cisgiordania, le manifestazioni che occorre promuovere al più presto devono concentrarsi sul ruolo che l’Europa (tutta) deve svolgere per dare sostanza a un futuro democratico e di pace.
Dopo 3 anni di guerra in Ucraina, gli USA di Trump hanno deciso che il conflitto deve finire, e la scelta avviene con metodi e brutalità sconosciute. La brutalità della svolta di Trump ha certamente stupito, ma non si può dimenticare che Biden nel 2021 decise il ritiro dall’Afghanistan (stabilito da Trump nel primo mandato) con altrettanta repentinità e con conseguenze umane drammatiche, in particolare per la condizione delle donne. I dirigenti USA, quando decidono di uscire da una guerra che non riguarda il suolo americano, lo fanno e basta.
Certamente, Putin ha la responsabilità dell’attacco del 2022 all’Ucraina e di aver innescato in questo modo uno scontro armato in Europa, contribuendo a creare un clima di insicurezza e dando avvio alla psicosi che ora spinge al riarmo. In questo clima, Polonia, Lituania ed Estonia decidono di uscire dall’accordo internazionale che vieta le mine antiuomo, confermando ancora di più l’urgenza di interrompere la rincorsa al riarmo e la logica bellicista che sta prevalendo nelle relazioni internazionali.
La coesistenza tra soggetti diversi è l’unico antidoto di fondo al riarmo convenzionale e nucleare, che è ormai un pericolo reale. Solo nel 2021, l’attenzione internazionale era ancora concentrata sull’obiettivo di contrastare il cambiamento climatico. Ora il clima peggiora drammaticamente, ma l’attenzione rimane in secondo piano, mentre è diventato dominante il riarmo. Le armi sono prodotte per essere usate, e la guerra in Ucraina è un enorme, orribile poligono di tiro e sperimentazione; Gaza è ugualmente sottoposta a prove che rappresentano sperimentazioni di nuove tecniche di sterminio di massa... Continua a leggere...
.::Pubblicato in data: 04/03/2025 in Nucleare, letto 103 volte
(www.scrisciarossa.it - 4 Marzo 2025)
Annunciato da tempo, il governo ha approvato il disegno di legge delega che viene venduto come il rientro del nucleare in Italia. Conferma, in realtà, l’incapacità di compiere le scelte in materia di politica energetica e di rispondere al venire meno del gas abbondante e a basso costo e la conseguente urgenza di politiche per contrastare il cambiamento climatico con investimenti nelle energie rinnovabili. Non sono bastati due referendum abrogativi stravinti dal No nel 1987 e nel 2011 che hanno bocciato il nucleare civile in Italia per convincere il governo e la maggioranza che questa scelta va contro la volontà espressa dalle elettrici e dagli elettori a larga maggioranza degli aventi diritto al voto, non solo dei votanti.
Un ritorno annunciato tra propaganda e ambiguità
Con questa scelta il governo si caratterizza per un ruolo restauratore delle peggiori politiche di Berlusconi, per bloccare le innovazioni in tutti i settori che hanno urgente bisogno di cambiamenti come nell’auto o tentando di rinviare provvedimenti innovativi... Continua a leggere...
.::Pubblicato in data: 24/02/2025 in Politica, letto 116 volte
(articolo su www.strisciarossa.it del 24 Febbraio 2025)
La decisione del Presidente dell’Emilia Romagna di abbandonare il percorso per l’autonomia regionale differenziata, avviata dal predecessore Bonaccini, è la logica conclusione di quanto aveva affermato nella campagna elettorale che ha portato alla sua elezione. Da sottolineare la coerenza del comportamento dopo le dichiarazioni. Ora la Lega è più sola nel continuare a rivendicare un regime speciale per alcune regioni a scapito di altre. In pratica la separazione di alcune regioni più forti del Nord, guarda caso del Nord, dal resto dell’Italia e in particolare dalle regioni del Mezzogiorno. Un evidente tentativo di compiere uno strappo istituzionale ed economico con la legge 86/24 Calderoli sull’autonomia regionale differenziata.
Le sentenze della Corte Costituzionale
Le sentenze della Corte costituzionale hanno già comunque limitato fortemente l’impatto potenziale della legge sull’A.R.D. voluta testardamente da Calderoli. Ora questa decisione dell’Emilia Romagna toglie di mezzo un alibi propagandistico usato a piene mani dai leghisti, cercando di mettere in imbarazzo ... Continua a leggere...
.::Pubblicato in data: 05/02/2025 in Nucleare, letto 112 volte
(articolo di Alfiero Grandi e Massimo Serafini su Il Manifesto il 5/2/2025) Durante 3 anni di guerra in Ucraina si è più volte materializzato il rischio di un disastro nucleare se un ordigno avesse colpito la centrale di Zaporizhzia. Eppure il governo Meloni vuole costruire nuove centrali in Italia, malgrado il referendum popolare del 2011 abbia bocciato con il 94% il nucleare civile. Le argomentazioni con cui giustifica questa scelta sono per lo più false. Non è vero che i reattori di piccola dimensione siano già operativi, nel mondo, ne risultano solo 3 a carattere sperimentale. Non è vero che questi reattori sono di nuova generazione. Anche durante la campagna referendaria del 2011 il governo Berlusconi chiedeva voti raccontando che era un nucleare sicuro. L’abitudine a mentire dei governi di centro destra si conferma. Non è vero che si sceglierà la tecnologia più adatta come afferma il ddl del Ministro dell’ambiente perché oggi è disponibile solo il nucleare da fissione, lo stesso bocciato dai referendum del 1987 e 2011. Non sono veri i tempi scritti nel ddl sottoposto al consiglio dei Ministri, perché attuare la legge in 24 mesi dall’approvazione non è possibile, visto che bisognerà pur mettere in conto il dissenso popolare nei siti in cui verrà prevista la costruzione delle centrali e il possibile referendum abrogativo sulla legge. La decantata possibilità di scegliere centrali (relativamente) piccole distribuite nel territorio, moltiplica solo i rischi e la militarizzazione dei territori... Continua a leggere...
.::Pubblicato in data: 24/01/2025 in Politica, letto 128 volte
articolo del 24 gennaio 2025 su Domani
.::Pubblicato in data: 09/01/2025 in Politica, letto 132 volte
Referendum, occasione contro l'astensionismo
Lettera di Alfiero Grandi al direttore de Il Manifesto (9 gennaio 2025)
Caro direttore, i referendum abrogativi su cui si pronuncerà a breve la Corte costituzionale possono essere un importante antidoto contro l'astensionismo.
Sull'autonomia regionale differenziata la Cassazione (12/12/24) si è espressa per l’ammissibilità del referendum abrogativo, ma non tutti hanno letto argomentazioni e conclusioni che un collegio di 25 magistrati e funzionari della Cassazione ha condiviso.
Il collegio chiarisce che è suo compito valutare se sono state introdotte nella legge Calderoli modifiche tali da precludere la consultazione popolare e il giudizio conclusivo è che questo non è avvenuto e il referendum si può fare. Questo giudizio tiene già conto delle censure e delle riscritture imposte dalla sentenza 192/24 della Corte costituzionale... Continua a leggere...
.::Pubblicato in data: 23/12/2024 in Politica, letto 144 volte
(www.scrisciarossa.it - 23 Dicembre 2024)
Vale la pena di insistere sulle ragioni che spingono a chiedere il referendum abrogativo sulla legge 86/24 (Calderoli), la cosiddetta “autonomia differenziata”. Il governo Meloni ha appaltato al Ministro Calderoli la legge sull’autonomia regionale differenziata e non vuole prendere atto della sentenza 192 del 3-12-24 della Corte costituzionale e delle sue conseguenze. Se l’avesse fatto avrebbe potuto proporre l’abrogazione di quanto resta della legge, consentendo così una discussione in parlamento senza i condizionamenti degli errori fatti. Purtroppo questo governo è incapace di ammettere errori e di cercare un confronto serio in parlamento e con la società. Senza cancellazione la legge continua ad esistere, pur menomata dalla sentenza della Consulta, come del resto ha riconosciuto la Cassazione. La Corte costituzionale con la sentenza 192 ha chiarito che nessuna interpretazione degli articoli 116 c.3 e 117 della Costituzione è possibile contraddicendo i principi fondamentali della Carta, come ha fatto la legge Calderoli. In pratica la sentenza ha interpretato questa parte del titolo V alla luce dei principi generali della Costituzione, ad esempio chiarendo che l’Italia è una e indivisibile e quindi i diritti garantiti dalla Carta ai cittadini debbono essere gli stessi, senza distinzione di regione o altro. L’unità nazionale va salvaguardata e questo riguarda sia lo stato che le regioni, oltre che i comuni che tuttavia sono compressi dalla legge Calderoli in un ruolo subalterno. Che cosa ha detto la Corte CostituzionaleLa sentenza 192 ha riconsegnato al parlamento il ruolo fondamentale che gli affida la Costituzione, tanto più se si tratta di decisioni che riguardano i diritti fondamentali, a partire dai Lep (i livelli essenziali delle prestazioni) che non possono in alcun modo essere sequestrati dal governo, per di più senza criteri espliciti di delega decisi dal parlamento. Meno che mai il parlamento può essere obbligato ad approvare una legge senza poterla modificare, magari ... Continua a leggere...
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