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Una settimana di ulteriore crisi politica
.:: Alfiero Grandi Pubblicato in data:  04/02/2011  18:03:00, in Politica, letto 1664 volte

- Pubblicato da l'Altro quotidiano e da Paneacqua  il  04/02/11

Clamoroso voltafaccia della Lega. Dopo avere minacciato sfracelli e dichiarato che se non passava il federalismo nella commissione bicamerale (peraltro finto nella versione preparata dal Governo) la Lega avrebbe tolto la fiducia al Governo e quindi provocato le elezioni anticipate, c’è stato un clamoroso dietrofront di Bossi.
La prima conseguenza è che risulta del tutto evidente che la Lega è una tigre di carta. La Lega ha sbraitato, ha cercato di ricattare per ottenere il risultato che voleva, ma in realtà aveva armi scariche perché per troppo tempo ha retto il sacco a Berlusconi e oggi ne è prigioniera. Quindi malgrado la bocciatura in commissione non accadrà nulla. Il Governo continuerà ad andare avanti con il sostegno della Lega, facendo finta di nulla, calpestando le procedure previste dalla stessa legge che il Governo aveva fatto approvare. Possibile che oggi pochi ricordino che la commissione bicamerale era stata concessa dal Governo (e dalla Lega) proprio per dimostrare all’opposizione che la maggioranza sul federalismo non avrebbe fatto forzature ?
Il Presidente Napolitano ha fatto benissimo a dichiarare non ricevibile il decreto legge, perché è evidente che il Governo ha voluto forzare la mano nelle procedure.
La Camera ha negato a maggioranza l’autorizzazione a perquisire l’ufficio di Spinelli, ufficiale pagatore del Presidente del Consiglio nelle note e squallide vicende di cui sono piene le cronache. E’ spuntato addirittura un voto in più per la maggioranza, che non è certo molto più solida solo per questo voto in più. Tuttavia questo nuovo “acquisto” è la conferma che Berlusconi pur di non andare a votare vuole continuare la politica acquisti di parlamentari per restare al Governo ad ogni costo.
La grave conseguenza della scelta della maggioranza di evitare ad ogni costo il voto è che la crisi politica, morale e sociale del nostro paese continua e crea un progressivo imbarbarimento del clima politico.
Così l’Italia rischia di non avere un futuro degno di questo nome. A questo punto l’opposizione in tutte le sue articolazioni dovrebbe porsi seriamente il problema di come staccare la spina al Governo che è qualcosa di più del non avere paura delle elezioni. L’opposizione è passata dal prevalente timore delle elezioni anticipate ad un maggiore coraggio e a dichiarare in modo corale che le elezioni sono meglio di questo decadimento progressivo. Ora è giunto il momento di chiederle senza mezzi termini e di cercare in ogni modo di staccare la spina al Governo.
Troppo gravi sono i rischi del perdurare di questa situazione. Ad esempio non è facile capire perché mai l’opposizione non sia stata presente in modo compatto per votare l’autorizzazione a perquisire l’ufficio di Spinelli. Solo 298 contro 315. Come mai i deputati della destra erano tutti presenti e attivi e nell’opposizione qualcuno ha pensato che l’occasione non era abbastanza importante per essere presente ? O c’è dell’altro ? Meglio chiarire.
L’opposizione deve sapere che con comportamenti di questo tipo non offre l’immagine della necessaria determinazione e questo per di più proprio quando il grande corruttore è al lavoro per strappare pezzi all’opposizione stessa.
Nulla di decisivo, per carità. Non bisogna cadere nel cretinismo parlamentare e tuttavia solo un atteggiamento determinato e coeso dell’opposizione è in grado di offrire un punto di riferimento positivo a quanti nel paese non ne possono più. Altrimenti il trascinamento della crisi politica continua, la paralisi resta, la disillusione e l’allontanamento degli elettori rischiano di prevalere.
La promessa del Governo di fare crescere l’Italia di 3,4 punti percentuali è una feroce beffa per un paese paralizzato, in crisi di fiducia, con la disoccupazione in crescita in particolare tra i giovani. Perfino il mondo delle imprese che tanta apertura di credito aveva concesso ormai mal sopporta questa situazione.
Che fare ?
Tanto tempo fa a chi denunciava le altrui malefatte come causa delle sconfitte subite un capace dirigente sindacale del passato rispondeva: tu cosa hai fatto per evitarle. Non sempre basta una buona reazione, ma certamente aiuta. Perché non si può chiedere all’avversario di fare come quello di Tecoppa che gli chiedeva di stare fermo per poterlo colpire .
Oggi manca esattamente una reazione all’altezza.
Verso l’opposizione c’è uno stucchevole attacco di quanti sottolineano la presunta mancanza di un leader. E’ talmente penetrato in profondità il veleno berlusconiano che non si riesce neppure ad utilizzare positivamente il vantaggio di avere gruppi dirigenti anziché un solo padrone. Si avverte quasi il senso di colpa di non averlo. Questa azione demolitoria è accompagnata dalla voluta svalutazione dei singoli dirigenti in campo che potrebbero assumere la leadership dell’alternativa alla destra.
Resta il problema di fondo. Senza mettere in campo un’alternativa credibile non si va da nessuna parte, Anzi si rischia di giocare a rimpiattino con la destra che potrebbe riuscire a sfiancare la credibilità di un’alternativa che non arriva mai.
Potrebbe aiutare, per iniziare, chiarire che questa Costituzione ce la dobbiamo tenere ben stretta, compreso l’articolo 41. E’ la legge elettorale che non è compatibile con la Costituzione non il contrario. Ferma la Costituzione, la discussione deve essere sulle scelte per rilanciare il nostro paese oggi fermo senza prospettive, in particolare per i giovani.
Alfiero Grandi