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Manifestazione a Roma il 26 marzo 2011 per l'acqua pubblica
.:: Alfiero Grandi Pubblicato in data:  20/03/2011  11:21:37, in Nucleare, letto 1567 volte

- Pubblicato da l'Altro quotidiano e da Paneacqua  il  25/03/11

In piazza, perché sull'acqua e il nucleare siamo noi a decidere
La scelta di promuovere i referendum per chiudere l'avventura nucleare in Italia e per garantire che l'acqua resti un bene pubblico entra nel vivo. A questo punto l'obiettivo è realizzare il quorum per garantire l'efficacia del referendum e ottenere la maggioranza dei SI per abrogare le leggi sottoposte a referendum

La manifestazione di sabato 26 marzo apre di fatto la campagna elettorale per i referendum su nucleare e acqua.
La scelta di promuovere i referendum per chiudere l'avventura nucleare in Italia e per garantire che l'acqua resti un bene pubblico entra nel vivo. A questo punto l'obiettivo è realizzare il quorum per garantire l'efficacia del referendum e ottenere la maggioranza dei SI per abrogare le leggi sottoposte a referendum. E' un impegno di grande rilievo.
I referendum non realizzano il quorum da quasi 20 anni, la partecipazione al voto è in caduta libera. Riportare elettrici ed elettori a votare è anzitutto un ricostituente per la partecipazione democratica. Argomenti come il no al nucleare e l'acqua bene pubblico possono essere in grado di convincere elettrici ed elettori che questa volta vale la pena andare a votare e decidere il futuro del nostro paese su scelte di grande rilievo come queste.
Malgrado la tragedia del Giappone abbia contribuito ad aprire gli occhi all'opinione pubblica, convincere almeno 25 milioni di elettori ad andare a votare per garantire il quorum non è impegno da poco. Non a caso il Governo ha prima rifiutato di dare vita all'election day insieme alle amministrative, poi ha cercato di attutire lo sconcerto dell'opinione pubblica per l'avventura nucleare in cui ha cercato di trascinare l'Italia con la decsione di un anno di moratoria sul nucleare.
Decisione furbesca che non affronta il problema ma cerca di aggirarlo e di convincere l'opinione pubblica che non vale la pena di andare a votare. In sostanza è un boicottaggio del voto che sembra essere la scelta di fondo del Governo, probabilmente perché è consapevole che la maggioranza dell'opinione pubblica non è favorevole alle sue scelte su acqua e nucleare. Se avesse voluto veramente farsi carico delle preoccupazioni dell'opinione pubblica avrebbe semplicemente abrogato la legge 99/2009 che aveva in precedenza fatto approvare per tornare al nucleare. Non l'ha fatto perché spera che passata la buriana si ricreino tra un anno le condizioni per ripartire.
Per questo il referendum è più che mai l'occasione per tagiare di netto con le ambiguità e chiudere definitivamente con il nucleare e garantire che l'acqua resti un bene pubblico.
Per questo occorre impegnarsi a portare a votare almeno 25 milioni di elettrici ed elettori, in modo da garantire che il raggiungimento del quorum renda valido il referendum.
C'è anche un significato politico di questi referendum. I referendum obbligano ad affrontare temi concreti, scelte. Attorno a questi punti si possono ricostituire schieramenti in grado di fare scelte politiche innovative e questo servirà a tutti per uscire da un eccesso di politicismo e da una asfissia preoccupante della discussione politica di merito.
Per questo la manifestazione ha una grande importanza e una grande responsabilità. Importanza perché deve dare il tono giusto a queste battaglie, rendere chiare le discriminanti in campo, con piena autonomia. Responsabilità perché senza essere impermeabile a quanto accade nel mondo, cosa non possibile, le ragioni di fondo della manifestazione debbono restare i referendum.
Chi può non essere preoccupato per i venti di guerra così vicini e che per di più ci riguardano direttamente? Chi può non essere aperto verso i problemi di intere popolazioni e giovani generazioni che ormai sbarcano in continuità per fuggire dalla guerra, dalle persecuzioni, dalla fame?
La nube radioattiva che ha percorso anche il cielo del nostro paese ci ha ricordato bruscamente che non c'è luogo in cui ci si possa isolare e nascondere da quanto accade intorno a noi. Anzi tutti noi siamo anche il risultato del rapporto con gli altri più o meno vicini, e nel caso della nube certamente gli avvenimenti non erano vicini.
Era dunque vero che quando la farfalla batte le ali a Pechino si sentono gli effetti fin qui, in Italia. Quindi la consapevolezza che l'isolamento è una fuga ed una follia inutile deve essere nostra, ma dobbiamo anche fare uno sforzo per non affastellare tutto e il contrario di tutto, incubi compresi.
Per questo la manifestazione del 26 marzo è anzitutto la sede in cui porre all'opinione pubblica italiana il grande problema che occorre partecipare, contribuire a decidere, andare a votare per abrogare le leggi che minacciano l'acqua bene pubblico e vorrebbero riportare il nostro paese nella follia della scelta nucleare.
Quanto il Governo non sa o non vuole decidere possiamo deciderlo tutti insieme e dobbiamo farlo.
Alfiero Grandi