Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
(www.strisciarossa.it 25 Gernnaio 2024)
Alle “trombe” della maggioranza di destra, che ha approvato il ddl Calderoli al Senato, occorre rispondere con una dura opposizione alla Camera e se necessario con le “campane” del referendum per abrogare il ddl Calderoli. Era prevedibile, dopo il patto tra Salvini e Meloni sull’approvazione dell’autonomia regionale differenziata e del premierato, che accadesse, ma l’Italia e la sua democrazia pagheranno un prezzo pesante se questi due obiettivi diventeranno realtà.
I numeri in Parlamento, purtroppo, consentono alla maggioranza di procedere. Solo le sue contraddizioni, che non sono poche, danno la possibilità di bloccare questa deriva scellerata. Il senatore Balboni, presidente della Commissione affari costituzionali, meloniano doc, ha mostrato quanto forti siano le contraddizioni di Fdi affermando che era ed è contrario al titolo V, ma che ora non vuole modificarlo perché approvato da un referendum popolare in cui lui era minoranza. Si tratta di una evidente contraddizione logica come ha replicato meritoriamente con forza il senatore De Cristofaro... Continua a leggere...
(Critica Marxista, 20 gennaio 2024)
La Costituzione resta una piattaforma politica che non solo manterrebbe l’Italia nel solco della Resistenza e dell’antifascismo ma consentirebbe di preparare una politica alternativa forte, perché quei principi sociali, economici, civili sono tuttora in larga parte insuperati e largamente non attuati
Affrontare questa complicata fase politica, economica, sociale, culturale del nostro paese, in un quadro internazionale in cui si estendono sempre più le guerre (in Ucraina, in Medio Oriente e in altre parti del mondo più o meno dimenticate) con sullo sfondo il pericolo di una guerra nucleare, richiede coraggio e capacità di progetto.
La spinta a destra è forte, come sempre quando prevale la tentazione di regolare con la forza i rapporti tra persone e stati; quindi, non ci si può limitare ad attendere che “passi la nottata” e nemmeno adagiarsi in continuità con il passato perché occorre misurarsi con la sfida di costruire una prospettiva politica su nuove basi. La vittoria elettorale delle destre nel 2022 poteva essere evitata o almeno contrastata, perché la differenza di voti tra i due schieramenti, se entrambi fossero stati effettivamente tali, avrebbe dato risultati parlamentari molto diversi. La subalternità del Pd all’allineamento a un atlantismo senza autonomia di valutazione sulla guerra in Ucraina ha prevalso sull’esigenza di evitare la vittoria delle destre, pur sapendo che tra loro c’erano posizioni che con la vittoria avrebbero tentato di manomettere la Costituzione del 1948. Oggi abbiamo la conferma, post-elettorale, di questa intenzione delle destre al governo... Continua a leggere...
Il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale ringrazia e appoggia pienamente le forze di opposizione che hanno chiesto di invertire l’ordine del giorno del Senato e stigmatizza il comportamento della maggioranza che lo ha respinto.
Sacrosanto invertire l’ordine del giorno del Senato per mettere la discussione del ddl Calderoli sull’autonomia regionale differenziata dopo l’esame della proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare (106.000 firme) che chiede di cambiare gli articoli 116 e 117, proposta che - se approvata - imporrebbe di ridiscutere da capo il ddl Calderoli.
Se maggioranza e Governo sono contrari al ddl di iniziativa popolare se ne dovrebbero assumere la responsabilità con il voto, mentre finora la 1 Commissione non l’ha neppure esaminato. Per fortuna il nuovo regolamento del Senato attento alle iniziative popolari (proposto dall’ex Presidente Piero Grasso) impone di discuterle direttamente nell’assemblea del Senato, ma è illogico discutere delle modifiche della Costituzione solo dopo la legge ordinaria per l’autonomia regionale differenziata. Questa è solo la conferma che la maggioranza usa i rapporti di forza parlamentari, regalati da un premio di maggioranza del 15 %, come una clava per imporre la sua volontà contro ogni proposta ragionevole.
Alfiero Grandi vice Presidente
10/1/24
(www.strisciarossa.it 5 Gernnaio 2024)
Giorgia Meloni nella Conferenza stampa ha dimostrato di non avere studiato. Infatti ha continuato a sostenere che il cambiamento della Costituzione firmato dal Governo non toccherebbe i poteri del Presidente della Repubblica e il ruolo del parlamento. È una balla, come hanno già dimostrato tanti costituzionalisti.
Basta ragionarci sopra. Se il Presidente del Consiglio aumenta i suoi poteri è evidente che li sottrae a qualcun altro. È ora di smettere di fingere che le modifiche non cambiano il ruolo del Presidente della Repubblica perché perderebbe in pratica il potere di nominare il Presidente del Consiglio che viene eletto direttamente e non potrebbe tentare di risolvere crisi di governo con altre proposte. In pratica se salta l’eletto dal popolo salta la legislatura. Inoltre il Presidente della Repubblica non potrebbe più decidere di sciogliere le Camere perché solo le dimissioni dell’eletto possono portare a elezioni anticipate. Il Presidente della Repubblica verrebbe ridotto a un notaio.
Il premierato cambia la natura democratica e antifascista della Repubblica... Continua a leggere...
(Volerelaluna.it 02/01/2024)
Le destre hanno ottenuto nel 2022 il 59% dei deputati e dei senatori, con una maggioranza parlamentare che non ha eguali nella storia degli ultimi decenni: nel 2008 Berlusconi si era fermato al 54%. Ciò grazie alla legge elettorale in vigore che è maggioritaria, con un premio di maggioranza occulto che nel 2022 è arrivato al 15%, più del porcellum. Questo dato rivela che l’attuale difficoltà della maggioranza è tutta politica. Le destre non sono in grado di presentare al Paese, e al loro elettorato, risultati paragonabili alle promesse elettorali. L’alluvione di decreti legge con cui stanno governando conferma decisioni episodiche, raffazzonate, corporative. Per di più all’interno della maggioranza c’è un’aspra concorrenza, più di quanto si vuole fare apparire. Questo spinge Giorgia Meloni a cercare nelle modifiche della Costituzione il capro espiatorio delle difficoltà che incontra il Governo. ... Continua a leggere...
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