Immagine  
"
Se le finestre della casa sono molte, diminuisce la tranquillità, ma aumenta la sua luce.

Alì Al'Khawwas
"
 
.:: Home Page : Articoli
Introduzione Alfiero Grandi all'Assemblea nazionale dei Comitati territoriali convocata dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale il 14/11/20
.:: Alfiero Grandi Pubblicato in data:  16/11/2020  08:53:54, in Politica, letto 1690 volte
L'esito del referendum non ha portato ad una situazione stabile, con conseguenze certe.
Le promesse fatte in campagna elettorale si sono rivelate strumentali, al solo fine di vincere il referendum, basta pensare alla legge elettorale, ormai rinviata a primavera/estate del 2021.
Neppure le ulteriori modifiche costituzionali sono state approvate e perfino l'abbassamento dell'età di voto a 18 anni per il Senato - pur perdendo per strada l'abbassamento dell'età per essere eletti - è stato approvato.
Per di più il Pd non ha visto di meglio che proporre ora il monocameralismo, anziché proporre semmai di cambiare il taglio del parlamento, e adombra una nuova Camera proponendo di costituzionalizzare la conferenza stato/regioni.
La legge elettorale ha bisogno del presupposto di un quadro costituzionale stabilizzato, così tutto è più complicato. Per noi è urgente approvare una nuova legge elettorale sulla base di due principi: diritto dei cittadini di scegliere direttamente i loro parlamentari - che non debbono essere nominati dai capi partito - e proporzionalità -  tanto più necessaria dopo il taglio del parlamento - per rappresentare le diversità politiche e le  aree territoriali.
Non possiamo rassegnarci a votare con il rosatellum, nella versione adattata da Calderoli/Lega, che ha accresciuto il peso del maggioritario. Non approvare una nuova legge elettorale fa correre il rischio che un incidente politico, sempre possibile, possa portare la destra ad essere favorita e perfino a creare  le condizioni per eleggere da sola un nuovo presidente della Repubblica.
Veltroni, che pure aveva dichiarato di essere per il No, ha rilanciato la legge maggioritaria, utilizzando il traino dell'elezione di Biden. Non sono d'accordo, una legge elettorale che taglia fuori le diverse posizioni politiche è una riduzione forzosa della capacità del parlamento di rappresentare elettrici ed elettori. Esattamente il contrario di quanto è necessario per rilanciare la nostra democrazia rappresentativa in questa fase difficile.
Non a caso quando era possibile (2006/2008) togliere le liste bloccate decise dall'alto non ci fu alcun tentativo di modificare il porcellum, fino alla vocazione maggioritaria del 2008 che resta una pietra miliare della frantumazione di un'alternativa politica alla destra in Italia.
E' l'insistenza per una rincorsa al centro proprio nel momento in cui è necessario rispondere alla destra con un'alternativa chiara e netta, che dia una speranza, indichi un futuro di cambiamento e la sua base può essere solo un progetto politico ed economico alternativo. Questa alternativa deve porsi l'orizzonte di un cambiamento delle regole economiche europee fondate sull'austerità e per ora solo sospese. Non basta la dichiarazione di Gentiloni che queste regole verranno sospese anche nel 22, vanno cambiate a fondo, anche riscrivendo i trattati europei.
Dopo il referendum il governo non ha trovato di meglio che fare della conferenza stato/regioni un centro di decisione, in anticipo su modifiche normative. Il parlamento, azzoppato dal taglio, è stato così bypassato dal combinato dei Dpcm e dal ruolo decisionale attribuito alle regioni. La leale collaborazione tra livelli istituzionali non è dare vita ad una sede decisionale tra esecutivi che mette il parlamento di fronte a scelte già fatte. Per di più così il governo indebolisce sé stesso e sottovaluta l'esigenza di presentarsi al confronto con le regioni forte di un mandato parlamentare.
I fatti drammatici degli ultimi mesi dimostrano che c'è l'esigenza di riportare le regioni dentro un quadro nazionale, a partire dal contrasto alla pandemia.
Durante la pendemia si sono sviluppate tensioni, scaricabarile e le regioni hanno complicato il quadro, spesso contraddittorio e confuso, di norme e scelte, spesso in contrasto con il governo, amplificando le differenze tra aree territoriali. Al punto che i diritti costituzionali, tra cui anzitutto salute e istruzione, non sono più gli stessi nelle diverse aree del paese. Quanti hanno chiesto un ripensamento del decentramento della sanità alle regioni (particolarmente importanti le voci del mondo dei sanitari in prima linea)  non sono state fino ad ora sufficienti a creare un movimento per la revisione dell'attuale decentramento.
Il governo ha dovuto prendere atto che la scelta di affidare alla conferenza stato/regioni le decisioni sulla pandemia era velleitaria e sbagliata. Il governo ha dovuto prendere atto che ha già l'obbligo costituzionale di assumere le misure necessarie per la lotta alla pandemia (ex art 120).
Per questo il governo ha portato in parlamento una discussione  preventiva sull'ultimo  Dpcm, senza per questo riuscire a correggere in modo sufficiente la situazione. Resta una situazione instabile nelle decisioni che dovrebbero essere affidate all'automatismo dell'algoritmo per collocare le regioni nelle diverse aree, ma resta l'impressione che le decisioni siano troppo esposte alle pressioni.
Avere inserito il disegno di legge sull'autonomia differenziata tra i collegati alla sessione di bilancio è un grave errore. Una legge di recepimento di eventuali accordi tra governo e regioni potrebbe sempre modificare ex post la legge quadro, che quindi non offre alcuna garanzia mentre apre all'affidamento di nuovi poteri alle regioni, che può diventare un percorso irreversibile di sfrangiamento dell'unità nazionale.
Per questo chiediamo  che il disegno di legge venga scollegato e abbia un normale iter parlamentare e che governo e parlamento ascoltino tutte le posizioni in campo, compresa la nostra, dichiarandosi disponibile a ripensamenti.
Meglio nessun ulteriore decentramento piuttosto che un'autonomia differenziata sbagliata, che la destra vede come ghiotta occasione per rilanciare il presidenzialismo, presente nel suo programma comune e rilanciato con forza da FdI. Il Presidenzialismo non sarebbe una modifica della Costituzione ma un suo stravolgimento. Il superamento del carattere parlamentare della nostra democrazia.
Non vanno sottovalutate le pressioni tecnocratiche e dei poteri economici e finanziari non solo nazionali che da tempo premono per cambiare la nostra Costituzione, che invece noi vogliamo resti l'architrave della democrazia in Italia, nata dalla Resistenza.
Abbiamo aperto con il documento del direttivo una riflessione seria sulle ragioni della vittoria del Si al referendum e sul risultato importante del No.
Dalla Lombardia è venuta una proposta di integrazione del documento che proponiamo di trasformare in un ordine del giorno al termine dei nostri lavori. Così potrebbe avvenire per altre proposte venute dai territori. Questo non è un congresso, il documento doveva aprire la discussione, che c'è stata, e quindi va integrato con le nuove proposte di iniziativa.
Il referendum ha dimostrato che il populismo è ancora forte e influenza fortemente posizioni che pure hanno altro orientamento. Ha prevalso una concezione emergenziale che pur di bloccare la destra ha messo la sordina alle conseguenze del taglio del parlamento, ma non ci interessa tanto ragionare sul passato quanto individuare i punti di intervento attuali.
Nessuna sordina alle ragioni che ci hanno portato a schierarci per il No nel referendum ma ricordo che abbiamo costituito il Comitato per il No per dare visibilità alla scelta politica, dopo le firme raccolte dai senatori, e per consentire a quanti non condividevano la scelta del No di restare nel coordinamento con le loro opinioni. Non siamo un partito, né vecchio né nuovo, ma un'associazione di persone, dobbiamo accettare che la maggioranza si esprima e nello stesso tempo vengono rispettate   altre posizioni. La maggioranza ha condiviso la scelta del No ma ha considerato opinioni diverse con rispetto. Ci unisce la Costituzione, la sua attuazione, che per tutti noi è un riferimento fondamentale.
Due sono stati gli ostacoli più seri nella campagna per il referendum.
Il primo è che abbiamo difeso il ruolo del parlamento ma il parlamento è stato il peggior nemico di sé stesso, a partire dal voto favorevole così ampio al taglio del 36,5%, che era una tappa verso un suo ridimensionamento. Questo parlamento ha dimostrato di essere figlio di un meccanismo di nomina dall'alto che ne ha annichilito la capacità di svolgere un ruolo autonomo di rappresentanza dei cittadini. Non siamo pentiti ma avremmo avuto bisogno di un colpo di reni che non c'è stato, se non l'autonomia di 71 senatori che ha evitato almeno di ripetere il pessimo episodio dell'articolo 81 e ha obbligato la maggioranza che ha approvato il taglio a non rifuggire da un confronto politico, per quanto insufficiente, sulla scelta politica del taglio del parlamento.
Il secondo è che tra istituzioni e paese reale c'è una frattura profonda, pericolosa, che riguarda anzitutto il parlamento, contro il quale è già partita una nuova campagna di delegittimazione. Il taglio del 36,5 % non ha chiuso il capitolo. La pandemia ha drammatizzato i problemi. Di fronte al pericolo per la vita si è manifestato un dissenso contro le misure di controllo della diffusione della pandemia. Al di là di strumentalizzazioni la sostanza è che una parte del paese corre il pericolo di cadere nella povertà, di essere emarginata. Così si rischiano nuove fratture tra generazioni, tra territori, nuove emarginazioni, quindi nuove proteste, rivolte.
Guai a ignorare l'allargamento della disuguaglianza, il crescere di rabbia e frustrazione. Alla fine della pandemia il potere di decisione potrebbe essere concentrato in poche mani e la subalternità sempre più ampia e disperata.
La pandemia non è una drammatica avventura prima di tornare alla vita precedente, concezione che è all'origine dell'allentamento che ha rilanciato l'epidemia. Non ci sarà un ritorno a prima. Per questo è importante chiarire che la sanità, l'istruzione, le strutture necessarie per la vita e la mobilità, il risanamento del territorio e uno sviluppo compatibile con l'ambiente sono aspetti di un progetto di futuro sociale ed economico e comportano scelte pubbliche tali da guidare verso nuovi obiettivi, a partire dall'occupazione. E' il momento di lanciare un progetto per costruire un'Italia nuova, diversa, con un uso attento dei fondi europei e continuiamo a sperare che il parlamento non si faccia estromettere ancora una volta e cerchi di rappresentare il paese reale.
Non possiamo accettare oltre che la produzione e l'erogazione di servizi indispensabili per la vita di tutti noi siano collocati fuori dall'area di controllo  del nostro paese. Priorità e obiettivi debbono cambiare radicalmente.   
Per questo non siamo riusciti a coinvolgere e a convincere settori della società che avevano ed hanno gravissimi problemi. E' una forma forte e preoccupante di contrapposizione tra istituzioni e paese. Un paese che rischia di non avere interesse ed attenzione - a torto - verso le istituzioni, a partire dal parlamento, visto come sede di privilegi e non come indispensabile sede di rappresentazione delle istanze del nostro paese.
Una parte del paese è scesa in campo, come noi, per questa battaglia democratica ma la profondità dei drammi sociali che sono sotto i nostri occhi ha impedito, certo anche per nostri limiti, di allargare lo schieramento.
Il risultato del referendum ne ha risentito. Ne sta risentendo, ne risentirà, la qualità della democrazia, la tenuta sociale del paese, il progetto della sua unità, unica alternativa alla disgregazione. Pericolo che purtroppo esiste.     
La discussione nei Comitati territoriali si è soffermata sulla proposta di definire meglio le forme di adesione all'iniziativa del Coordinamento. La sintesi possibile mi sembra questa. Siamo un'associazione di persone, anche chi ha responsabilità in altre organizzazioni partecipa a titolo personale. Non intendiamo trasformarci in partito. Semmai ci interessa ridefinire cosa deve essere un partito, dobbiamo parlarne ma non riguarda il Coordinamento. Abbiamo già dato in passato garanzie di autonomia e le confermiamo. Dobbiamo invece riflettere sul fatto che nel 2016 abbiamo potuto contare su oltre 400.000 euro per la campagna elettorale, mentre nel 2020 su poco più di 12.000, con risultati comunque non disprezzabili centrati sul volontariato. Dobbiamo attrezzarci meglio. Chiediamo a quanti si sono impegnati in questa campagna referendaria di continuare tutti insieme nel Coordinamento. Il Cdc è un coordinamento nazionale che non  pretende di essere sovraordinato ad alcuno. Partecipa chi è convinto che sia utile farlo, ma questa forma di adesione deve avere un riscontro tangibile. Se il tesseramento non piace a tutti possiamo risolvere il problema con tre elementi: adesione esplicita, mail a disposizione per i contatti, versamento di non meno di 20 euro per fare partire la nuova fase della nostra esperienza. Senza questo impegno avremmo risorse solo per qualche mese e non riusciremmo a regtranscripts.gotomeeting.com/?utm_source=recordingReadyNotification&utm_medium=email#/s/2f263d7d882e19ef058513792e5bdf2fced1b581ce3e1ddabeaeagere neppure i costi all'osso del sito e della pagina facebook, la cui continuità è stata chiesta da tanti. Per farlo occorre avere un minimo di risorse e questa proposta può tentare di realizzare l'obiettivo.
Proponiamo di organizzare a breve un confronto con esponenti politici che oggi non potevamo invitare a parlare pena il silenzio dei Comitati. Inoltre pensiamo di convocare il direttivo del Cdc per riassestare gli organi dirigenti, con nuove immissioni, confermando la volontà di proseguire la nostra esperienza, mentre, come sapete, il Comitato per il No ha esaurito la sua funzione dopo il referendum come avevamo previsto nel suo statuto.
Oltre le iniziative già dette proponiamo di svolgere seminari di approfondimento sui grandi temi, dal futuro della sanità alle scelte per un rilancio dell'occupazione e di un'economia con al centro sostenibilità e ambiente.
Inoltre proporremo iniziative comuni con le altre associazioni sull'autonomia differenziata partendo da una proposta di Mauro Sentimenti del coordinamento dell'Emilia Romagna.  



Articolo Articolo  Storico Storico Stampa Stampa
 
Nessun commento trovato.

Testo (max 2000 caratteri)
Nome
eMail



Scrivi i caratteri che leggi nell'immagine, rispettando le maiuscole


Trattamento dei dati
Informativa art. 13 D.lgs. 196/2003Desideriamo informarla che il D.lgs. n. 196/2003 prevede la tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali. Secondo la normativa indicata, tale trattamento sarā improntato ai principi di correttezza, liceitā e trasparenza e di tutela della Sua riservatezza e dei Suoi diritti. Ai sensi dell'art. 13 del D.lgs. n.196/2003, Le forniamo, quindi, le seguenti informazioni:

    • I dati da Lei forniti verranno trattati esclusivamente per finalitā concernenti l'attivitā informativa di questo spazio
    • Il conferimento dei dati č facoltativo e l'eventuale rifiuto a fornire tali dati non ha alcuna conseguenza.
    • I dati da Lei forniti non saranno oggetto di diffusione se non quelli specifici di questo sito web.
Disclaimer
L'indirizzo IP del mittente viene registrato, in ogni caso si raccomanda la buona educazione.
Iscriviti alla newsletter
 

Cerca per parole chiave
 



Titolo
Ambiente (1)
Atti Ufficiali (2)
Avvisi (3)
Avvisi ai lettori blog (3)
Bologna (3)
Catasto (36)
Contributi al Blog (1)
Diritti (4)
Economia (64)
Energia e ambiente (1)
Finanza (23)
Finanziaria (10)
Fisco (27)
generale (3)
Internazionale (2)
Interviste (12)
Lavoro (32)
Ministero delle Finanze (10)
Nucleare (58)
Ogm (1)
Omeopatia (2)
Pace (1)
Politica (404)
Pubblicazioni (13)
Sondaggio (1)
Tobin tax (12)
Trentin (1)
Welfare (7)

Catalogati per mese:
Agosto 2005
Settembre 2005
Ottobre 2005
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Marzo 2006
Aprile 2006
Maggio 2006
Giugno 2006
Luglio 2006
Agosto 2006
Settembre 2006
Ottobre 2006
Novembre 2006
Dicembre 2006
Gennaio 2007
Febbraio 2007
Marzo 2007
Aprile 2007
Maggio 2007
Giugno 2007
Luglio 2007
Agosto 2007
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024

Ultimi commenti:
Ciao , Vedo il tuo sito web ww...
03/11/2023  12:47:05
.:: emma carey
Lo chiamo sig. DIDIER GOMESSE....
26/03/2023  23:08:30
.:: gomesse
Lo chiamo sig. DIDIER GOMESSE....
26/03/2023  23:06:55
.:: gomesse
Con questo messaggio vi faccio...
28/11/2022  18:04:56
.:: massimo
Con questo messaggio vi faccio...
28/11/2022  18:00:15
.:: massimo olati



Titolo



Ci sono 2981 persone collegate