Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
E' uscito il numero 1/2 2025 di Critica Marxista dedicato a ricordare Aldo Tortorella.
Ho scritto questo articolo in omaggio alla sua capacità politica innovativa. Dopo la fine dei partiti di massa e in particolare del Pci è stato capace di guardare con interesse anche al ruolo dei referendum, a cui la sinistra poteva e doveva guardare con sguardo diverso dal passato, per le loro potenzialità di mobilitazione e di efficacia. Mi sembra che l'articolo possa contribuire anche ad una riflessione sui referendum non contingente, dopo l'esito dell'8/9 giugno 2025, scelte fatte in passato hanno avuto il contributo originale ed attento di Aldo Tortorella, ad esempio il referendum costituzionale del 2016. Tortorella è stato capace fino all'ultimo di cercare vie nuove, inesplorate per costruire partecipazione politica e sociale e il suo impegno di fondare l'Ars dopo la fine del Pci lo dimostra. Spero che questo contribuisca anche a fare pubblicità a Critica Marxista, rivista di ricerca teorica e politica che merita di continuare a vivere
(www.strisciarossa.it -15 giugno 2025)
Sul risultato dei referendum abrogativi sul lavoro e sulla cittadinanza occorre evitare esagerazioni. È stata una sconfitta, ma non va dimenticato che entro pochi giorni le destre faranno approvare dal Senato le modifiche costituzionali sulla magistratura, volute dal governo, che se entreranno in vigore ne colpiranno l’indipendenza. Dopo la seconda approvazione della proposta da parte di Camera e Senato (in autunno?) ci sarà il referendum costituzionale nel 2026. Sono referendum diversi: quello abrogativo (ex articolo 75) è soggetto a vincoli diversi da quello costituzionale (ex articolo 138) che non ha quorum per essere valido... Continua a leggere...
(www.strisciarossa.it - 01 giugno 2025)
Il governo cambia pelle. La continuità è il racconto di un paese che non esiste, in cui tutto va per il meglio, mentre anche nelle relazioni internazionali l’Italia è ai margini, inefficace. L’ansia di costruire una credibilità internazionale del governo lascia il passo a una marginalità evidente, la rivendicazione di essere un ponte tra Usa ed Europa è un’autoesaltazione esagerata. Mentre sono evidenti la ritrosia a prendere iniziative forti per fermare la strage in corso a Gaza compiuta da un alleato come Nethanyau, l’imbarazzo a fare i conti con le follie di Trump non solo sui dazi (contrastate dai magistrati) dipinto addirittura come un riferimento politico, per non parlare dello stallo europeo nel prendere iniziative per la pace in Ucraina nel vuoto che sta lasciando l’inconcludente iniziativa americana... Continua a leggere...
Comitato SI alle rinnovabili NO al nucleare Associazione costituita in Roma presso il notaio Gennaro Mariconda, registrata a Roma il 9/2/2011 l’Associazione ha aderito al network 100% rinnovabili
Intervento di Alfiero Grandi in ricordo di Massimo Scalia
nel convegno on line del 23 maggio 25 promosso dall’Associazione Ringrazio anzitutto Stefano Ciafani, presidente di Lega ambiente, Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia, Maria Grazia Midulla esponente storica del wwf che sono qui con noi a ricordare Massimo Scalia. Il prof Naso ha dovuto ricoverarsi per un problema di salute e ci manderà uno scritto appena possibile. Siamo lieti di avere più punti di vista e di esperienze per ricordare Massimo, che non è racchiudibile in una sola dimensione. Massimo Scalia era una persona eccezionale. Come disse Pertini chi ha un carattere difficile è semplicemente una persona che ha carattere. Era competente, generoso, infaticabile, malgrado le avversità, ricordo l’impegno di lunga lena per denunciare le responsabilità dell’Eni nell’uso dei combustibili fossili. Nel 1987 ho partecipato al referendum sul nucleare dal territorio come segretario Cgil dell’Emilia Romagna. Quando ci fu l’incidente di Chernobyl ero a Ravenna per una manifestazione, ricordo l’inganno di una bella giornata con un sole velato mentre dall’altra parte del mare si stava diffondendo una pericolosa quanto subdola nube radioattiva di dimensioni mai viste. La nube radioattiva che investì l’Europa portò alle misure di sicurezza che spinsero moltissime persone a rendersi conto che il nucleare civile non è una fonte energetica come un’altra ma è pericolosa in sé. Per come funziona può portare ad incidenti con conseguenze catastrofiche non solo nella località dove avviene ma in un’area molto più vasta, per effetto dei venti che portano le polveri radioattive (come a Chernobyl o a Mururoa) o del mare (come a Fukushima), oppure crea rischi incontrollati per effetto di guerre che come abbiamo visto a Zaporigia non si fermano di fronte a potenziali disastri. La minaccia di guerra o di attentato non sono affatto un pericolo solo teorico. E’ incredibile quanti non comprendano i pericoli della guerra, purtroppo di grande attualità, in presenza delle centrali nucleari. Sono stato amico e ho collaborato dalla Cgil regionale con il prof Cesare Maltoni, oncologo di fama mondiale, che iniziò il lavoro di prevenzione sulla devastazione dell’amianto sulla salute di chi veniva a contatto per lavoro o per territorio con quelle fibre all’apparenza innocue, in realtà letali. Maltoni iniziò dalle officine grandi riparazioni delle ferrovie e si arrivò alla legge sull’amianto. Maltoni si occupò di prevenzione di altri tumori a partire dal cancro al seno, aiutò gli Enti locali e poi la regione a creare presidi territoriali per la prevenzione, creò un centro presso il Sant’Orsola di Bologna, un hospice, l’istituto di ricerca Ramazzini a Bentivoglio. Questa mente brillante e dedicata alla salute delle persone in modo disinteressato non ha avuto riconoscimenti come altri, ma nel sindacato che ho conosciuto ha sempre trovato un interlocutore attento e pronto a raccoglierne gli insegnamenti. Ricordo Cesare Maltoni non solo per ricordare un altro caro amico che lo merita ma per dire che questa collaborazione ha fatto crescere la consapevolezza nel sindacato che doveva aprirsi alle tematiche della salute e dell’ambiente di lavoro, di chi abita nel territorio, costruendo una cultura diversa, non difensiva, alternativa di fronte alle conseguenze di un industrialismo cieco e di investimenti sbagliati, perniciosi. Una cultura che nella tradizione del movimento operaio non era presente spontaneamente. Nuovi apprendisti stregoni in questi giorni parlano a vanvera (direbbe Scalia) di nucleare sicuro e copiano i loro predecessori che hanno fatto danni a non finire, sognano di riportarlo in auge. Tornando a Massimo. Nel 2008, caduto il 2° governo Prodi, pensavo di dedicarmi all’Ars creata da Tortorella, ad una riflessione sulla sinistra che tante delusioni ha dato a tanti di noi. Avevo sottovalutato che nel 2008 Berlusconi aveva vinto le elezioni con una maggioranza mai vista: quasi 100 deputati e 50 senatori. Con questa maggioranza lui e Scaiola hanno fatto approvare ad un parlamento che aveva attestato che Ruby era nipote di Mubarak la legge per reintrodurre il nucleare in Italia sulla base di un accordo capestro con la Francia e fregandosene del referendum del 1987 che aveva detto un secco no al nucleare in Italia. Nell’opposizione politica al centrodestra dell’epoca la sconfitta subita non era ancora metabolizzata, tentennamenti sulle scelte c’erano anche qua e là nel mondo ambientalista. Un articolo sul Manifesto nel settembre 2008 lanciò la proposta di prepararsi alla sfida del referendum abrogativo. Un gruppo formato tra gli altri da Scalia e Mattioli, Giorgio Parisi, Serafini e Mauro Bulgarelli, Agostinelli, Filippi, Bardi e Umberto Guidoni a cui dobbiamo il nome “Si alle rinnovabili No al nucleare”, promosse l’associazione che stiamo rilanciando di fronte alla nuova sfida sul nucleare civile, decidendo che dopo l’esperienza tormentata del 1987 questa volta dovevamo realizzare un’alleanza tra ambientalismo e mondo del lavoro. Panini e Filippi coinvolsero prima Guglielmo Epifani e poi Susanna Camusso e con il loro aiuto realizzammo buoni risultati di alleanza tra il sindacato e il mondo ambientalista. Massimo Scalia fu protagonista di questa operazione, senza lui e Gianni Mattioli non ci saremmo riusciti. Non fu facile convincere ambienti molti diversi che l’ostilità reciproca doveva essere superata, rimuovere incrostazioni non fu semplice, tuttavia con strappi e difficoltà l’operazione riuscì e l’associazione decollò a fianco delle storiche associazioni ambientaliste (oggi presenti con noi per ricordare Scalia) dando vita ad un coordinamento che doveva interagire con Di Pietro, unico interlocutore politico disponibile a raccogliere le firme per arrivare al referendum abrogativo... Continua a leggere...
articolo del 19 maggio 2025 su Domani
(www.strisciarossa.it - 05 maggio 2025)
Poca informazione di merito, tentativo di dipingerli come inutili, pochi argomenti contrari, tutto fa brodo per cercare di bloccare i 5 referendum dell’8/9 giugno. Invece è decisivo per il futuro della democrazia in Italia recarsi a votare l’8/9 giugno per i referendum sia per il merito: i diritti di chi lavora e la cittadinanza in tempi più ragionevoli per chi abita, lavora e paga le tasse in Italia, sia per il significato politico che avrebbe contrastare la diminuzione dei votanti che nelle comunali a Trento e Bolzano è ormai la metà degli aventi diritto al voto. Evidentemente le proposte dei partiti in campo non riescono a convincere una parte crescente delle elettrici e degli elettori che vale la pena di partecipare attivamente, di impegnarsi con il voto. Per la democrazia in Italia è un campanello di allarme, tanto più che il voto (personale e libero) ciascuno di noi lo ha ottenuto grazie alla vittoria sul fascismo del 25 aprile 1945, ottenuta cacciando gli occupanti nazisti. Il fascismo aveva trascinato l’Italia nella devastante seconda guerra mondiale, con milioni di vittime e enormi distruzioni e per di più dalla parte sbagliata della storia. Va sottolineato che le donne hanno votato per la prima volta nel 1946 grazie alla sconfitta del nazifascismo. Non partecipare al voto è un danno per la democrazia I referendum previsti dalla nostra Costituzione sono uno strumento importante di democrazia diretta, cioè di partecipazione delle elettrici e degli elettori alle decisioni nel nostro paese. Gli elettori possono decidere che norme di legge approvate dal parlamento vanno abolite, fare sentire la loro voce e esprimersi con chiarezza... Continua a leggere...
(www.strisciarossa.it - 21 aprile 2025)
La morte di Alessandro Pace, preannunciata da una malattia insidiosa e terribile, suggerisce di unire il ricordo di una figura di intellettuale di grande valore con una riflessione politica su un tornate decisivo per la storia dell’Italia: il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. Alessandro Pace era professore emerito di diritto costituzionale alla Sapienza e avvocato, in tanti anni di insegnamento e di ricerca si è occupato della Costituzione della nostra Repubblica e ha scritto saggi, libri, diretto una rivista dei costituzionalisti. Nell’ultima fase si è occupato della felicità, nelle declinazioni della Costituzione Usa e di quella francese, mi disse che era un argomento che lo aveva affascinato da anni e che dopo essersi dimesso dalla Presidenza del Coordinamento che aveva contribuito a fondare poteva finalmente approfondire. Mi chiamò mesi dopo contento di avere concluso la ricerca e mi inviò uno scritto sull’argomento. Il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 Questo studioso di orientamento liberale è stato altresì protagonista nel 2016, a 80 anni, dell’iniziativa di massa... Continua a leggere...
(www.scrisciarossa.it - 12 Aprile 2025)
Il governo Meloni è un danno per il futuro dell’Italia. La Presidente del Consiglio insegue un rapporto “speciale” con Trump che non può che portare guai. Se Trump decidesse di affondare il coltello per dividere l’Europa, cosa risponderebbe il governo a un trattamento privilegiato? Dividere l’Europa? Se Trump confermasse per l’Italia i dazi imposti al resto dell’Unione, emergerebbe tutta l’irrilevanza politica di questo esecutivo. I sovranismi entrano in collisione con un sistema di relazioni tra Stati basato sul reciproco interesse.
Il governo è prigioniero da due anni e mezzo di un’interpretazione sbagliata della politica, dell’economia e della società, e manifesta insofferenza per i ruoli di controllo e contrappeso istituzionale previsti dalla nostra Costituzione, come dimostra l’attacco all’indipendenza della magistratura. Non è un problema solo italiano. Non possiamo dimenticare che Trump non accettò il risultato elettorale nel 2020, incoraggiando l’assalto a Capitol Hill, e ora non solo ha amnistiato i rivoltosi, ma attacca ogni potere che possa ostacolarlo, mettendo a rischio la democrazia. Prevale nella destra al governo l’insofferenza per regole e leggi, con risposte securitarie contro ogni forma di dissenso, dai rave party all’ultimo decreto sicurezza, dove si moltiplicano reati e pene... Continua a leggere...
(www.scrisciarossa.it - 29 Marzo 2025)
La manifestazione di Piazza del Popolo era molto partecipata. Se sommiamo le manifestazioni contemporanee a Roma – certo con impostazioni diverse – è confermato che esiste una richiesta di partecipazione democratica in controtendenza con il crescente astensionismo elettorale, che invece indebolisce la democrazia. Per questo, quelle domande devono trovare risposte e, attraverso queste, arrivare a una sintesi. In sostanza, è una sfida da raccogliere, a cui dare continuità.
Poiché la preoccupazione principale è certamente la guerra, anzi le 52 guerre presenti nel mondo, a partire dall’Ucraina e da Gaza/Cisgiordania, le manifestazioni che occorre promuovere al più presto devono concentrarsi sul ruolo che l’Europa (tutta) deve svolgere per dare sostanza a un futuro democratico e di pace.
Dopo 3 anni di guerra in Ucraina, gli USA di Trump hanno deciso che il conflitto deve finire, e la scelta avviene con metodi e brutalità sconosciute. La brutalità della svolta di Trump ha certamente stupito, ma non si può dimenticare che Biden nel 2021 decise il ritiro dall’Afghanistan (stabilito da Trump nel primo mandato) con altrettanta repentinità e con conseguenze umane drammatiche, in particolare per la condizione delle donne. I dirigenti USA, quando decidono di uscire da una guerra che non riguarda il suolo americano, lo fanno e basta.
Certamente, Putin ha la responsabilità dell’attacco del 2022 all’Ucraina e di aver innescato in questo modo uno scontro armato in Europa, contribuendo a creare un clima di insicurezza e dando avvio alla psicosi che ora spinge al riarmo. In questo clima, Polonia, Lituania ed Estonia decidono di uscire dall’accordo internazionale che vieta le mine antiuomo, confermando ancora di più l’urgenza di interrompere la rincorsa al riarmo e la logica bellicista che sta prevalendo nelle relazioni internazionali.
La coesistenza tra soggetti diversi è l’unico antidoto di fondo al riarmo convenzionale e nucleare, che è ormai un pericolo reale. Solo nel 2021, l’attenzione internazionale era ancora concentrata sull’obiettivo di contrastare il cambiamento climatico. Ora il clima peggiora drammaticamente, ma l’attenzione rimane in secondo piano, mentre è diventato dominante il riarmo. Le armi sono prodotte per essere usate, e la guerra in Ucraina è un enorme, orribile poligono di tiro e sperimentazione; Gaza è ugualmente sottoposta a prove che rappresentano sperimentazioni di nuove tecniche di sterminio di massa... Continua a leggere...
(www.scrisciarossa.it - 4 Marzo 2025)
Annunciato da tempo, il governo ha approvato il disegno di legge delega che viene venduto come il rientro del nucleare in Italia. Conferma, in realtà, l’incapacità di compiere le scelte in materia di politica energetica e di rispondere al venire meno del gas abbondante e a basso costo e la conseguente urgenza di politiche per contrastare il cambiamento climatico con investimenti nelle energie rinnovabili. Non sono bastati due referendum abrogativi stravinti dal No nel 1987 e nel 2011 che hanno bocciato il nucleare civile in Italia per convincere il governo e la maggioranza che questa scelta va contro la volontà espressa dalle elettrici e dagli elettori a larga maggioranza degli aventi diritto al voto, non solo dei votanti.
Un ritorno annunciato tra propaganda e ambiguità
Con questa scelta il governo si caratterizza per un ruolo restauratore delle peggiori politiche di Berlusconi, per bloccare le innovazioni in tutti i settori che hanno urgente bisogno di cambiamenti come nell’auto o tentando di rinviare provvedimenti innovativi... Continua a leggere...
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