Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
(www.jobsnews.it del 23/03/22)
La guerra in Ucraina continua. L’invasione russa prosegue sia pure con difficoltà, l’Ucraina ne contrasta l’avanzata. Le richieste insistenti di Zelensky sulla No-Fly Zone, per la fornitura di aerei dalla Nato, per avere armi letali come Iron dome da Israele, per il blocco delle forniture all’Europa di gas dalla Russia, confermano che un conto è contrastare, mettere in difficoltà l’invasione russa, altro è vincere. Quanto sta accadendo in Ucraina, dove ci sono morti, feriti, distruzioni e si sta scavando un burrone tra mondi e culture, va fermato senza perdere tempo. Non fermare subito i combattimenti significa che lutti, distruzioni, la semina di odii e rotture profonde diventeranno sempre più gravi, insopportabili in Ucraina e nel mondo.
L’impressione è che le parti in causa non abbiano ancora deciso se sia giunto il momento per trattare seriamente e che anche i mediatori siano in attesa di un momento più favorevole per svolgere il loro ruolo. La speranza è che riservatamente qualcosa si stia muovendo, ma per ora è solo una speranza. Nelle valutazioni che si ascoltano e si leggono su questa guerra in Italia, e non solo, prevale lo schierarsi a sostegno, ma questa non è una competizione pacifica nella quale fare il tifo, è una guerra che deve arrestarsi prima possibile.
L’obiettivo è farla cessare per risparmiare vite umane, altre distruzioni, altri veleni che vanno in circolo in modo potente. Ad esempio, il diffondersi della convinzione che evitare la guerra è un sogno irrealizzabile, quasi fosse un fenomeno naturale, e per questo la corsa al riarmo sarebbe inevitabile. Non a caso è tornato di moda il motto latino guerrafondaio: se vuoi la pace prepara la guerra.
Partendo dall’invio di armi all’Ucraina si passa con disinvoltura a prendere in considerazione un intervento armato diretto
Esattamente dove porterebbero la No-Fly zone, oppure l’invio di aerei da combattimento, richiesti da Zelensky, se non all’estensione del conflitto, ad una guerra aperta tra Nato e Russia? Si delinea sempre più nitido il pericolo di un’escalation. Tanto è vero che iniziano le distinzioni tra guerra diretta tra Russia e Nato e il rischio di un conflitto nucleare, che secondo queste valutazioni sarebbe possibile evitare. Ne hanno parlato in questi termini autorevoli dirigenti ucraini e anche esponenti di altri paesi europei. Per questo l’iniziativa per una tregua e per la pace debbono essere la priorità per tutt... Continua a leggere...
OSSERVATORIO SULLA TRANSIZIONE ECOLOGICA – PNRR
Promosso da: Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Laudato Si’, NOstra
Il Presidente del Consiglio Draghi ha detto più volte che bisogna puntare sulle energie rinnovabili per raggiungere l’obiettivo della nostra sovranità energetica. Per ora il Ministro Cingolani ha annunciato solo l’approvazione di alcuni parchi eolici che valgono solo 400 MegaWatt e l’intenzione di costruire due rigassificatori galleggianti. Troppo poco per parlare di svolta nella politica energetica del nostro paese. 400 MegaW sono un ventesimo delle richieste di eolico che Terna ha in attesa di approvazione. Occorre fare seguire alle parole i fatti e le scelte.
Bisogna uscire da questa contraddizione: da un lato si parla di rinnovabili ma in realtà si pensa al gas, al carbone, o anche peggio.Interventi per alleggerire le conseguenze dell’aumento dei prezzi e della guerra sono indispensabili ma il problema di fondo è puntare su un nuovo piano energetico nazionale, in un quadro europeo. Per questo occorrono proposte precise... Continua a leggere...
(www.jobsnews.it del 16/03/22)
È abbastanza evidente che alcuni commentatori hanno cercato di contrapporre la piazza di Firenze contro l’aggressione in Ucraina a quella precedente di Roma, cercando di perpetuare un equivoco che rischia di dividere un movimento plurale, diversificato, in qualche caso perfino con motivazioni opposte, ma che condivide l’obiettivo prioritario di fermare la guerra. Prova ne sia che l’appello ripetuto e insistito per la creazione della No-Fly zone o per la fornitura di aerei all’Ucraina è caduto nel vuoto, esattamente come nella precedente manifestazione di Roma e non poteva che essere così. Anche le rappresentanze presenti erano in buona parte le stesse. Questo tentativo di dividere il movimento o se si preferisce la grande opinione pubblica che vuole la fine della guerra in Ucraina, cercando un’intesa di pace, va indicato come pericoloso e controproducente. Perché le “piazze” per la pace hanno bisogno di estendersi e di rafforzarsi per contribuire a fermare la guerra. Il programma di chi vuole fermare la guerra è la fine dei combattimenti in Ucraina, garantendo la vita delle persone, di chi è sotto i bombardamenti, di chi oggi combatte, avviando una vera trattativa per regolare il contenzioso... Continua a leggere...
(www.editorialedomani.it del 12/3/22)
- La “piazza” per la pace ha bisogno di estendersi e rafforzarsi per contribuire a fermare la guerra. L’unità è sull’obiettivo, le motivazioni sono diverse, ma è un sogno che non ha alternative.
- Non basta che si offrano per le trattative “volenterosi” capi di governo, anche per interessi propri, ma è urgente che entri in campo l’Onu, da troppo tempo messo nell’angolo, ridotto a teatro delle reciproche accuse.
- I soldi per le guerre e gli armamenti si trovano sempre, non quelli per affrontare i problemi delle persone: lavoro, equità sociale che sono considerati costi.
La “piazza” per la pace ha bisogno di estendersi e rafforzarsi per contribuire a fermare la guerra. Il suo programma è la fine dei combattimenti in Ucraina, garantendo la vita delle persone, di chi è sotto i bombardamenti, di chi oggi combatte, avviando una vera trattativa per regolare il contenzioso. L’unità è sull’obiettivo, le motivazioni sono diverse, ma è un sogno che non ha alternative... Continua a leggere...
(www.jobsnews.it del 8/03/22)
A Roma una manifestazione per la pace grande, pacifica, plurale con l’obiettivo di fermare la guerra in Ucraina, iniziata con l’aggressione russa. Altre manifestazioni in Italia. Altre ancora in Europa. Da segnalare quella molto partecipata in Germania. Le posizioni nelle manifestazioni non sono tutte uguali. Si partecipa da diversi punti di vista alla costruzione di un grande movimento per la pace perché l’obiettivo è fermare la guerra e i suoi orrori. Chiamarsi fuori da questo movimento perché le parole d’ordine sono diverse è un errore, è la situazione stessa che si presta a diversi approcci e motivazioni, ciò che conta è l’accordo di tutti sul fermare la guerra, per rovesciare la corsa alla morte e alla distruzione. L’auspicio è che diventi un movimento forte, esteso e unitario, tale da riuscire a ribaltare la tendenza a proseguire questa guerra, che lascerà dietro di sé morti, feriti, distruzioni, danni immensi sui bambini... Continua a leggere...
OSSERVATORIO SULLA TRANSIZIONE ECOLOGICA – PNRR Promosso da: Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Laudato Si’, NOstra
L’escalation bellica in Ucraina ha subito una accelerazione drammatica dopo l’invasione di Putin che rischia di minare la pace in Europa per la contrapposizione di blocchi contrapposti.
Si adombra perfino la minaccia nucleare e questo richiama l’esposizione alle minacce incombenti sull’umanità ricordate da papa Francesco: la guerra annientatrice, il clima ostile alla sopravvivenza, l’ingiustizia sociale che corrompe le esistenze. Nè possiamo dimenticare che la pandemia aggredisce tuttora gran parte del pianeta. Questa situazione rischia di mettere in ombra la questione climatica, che finalmente e faticosamente è diventata centrale e da cui dipende il futuro dell’umanità. Le anomalie climatiche si moltiplicano e si aggravano: dall’estrema siccità allo scioglimento accelerato del permafrost in Siberia, alla mancanza d’acqua, questioni che vengono rimosse sotto la pressione della guerra.
La risposta all’impazzimento dei prezzi dei combustibili fossili e alle carenze di rifornimenti non può che avere la risposta dell’accelerazione della strategia indispensabile per mantenere l’aumento della temperatura entro 1,5 gradi.
L’uso dei combustibili fossili è ancora in campo come fattore di potenza e di dominio del mondo. L’Europa non deve cedere a questa deriva, neppure in presenza della guerra in Ucraina.
L’unica risposta alla guerra è riaprire il dialogo e non l’estensione della Nato, senza comprendere che occorre anzitutto fornire condizioni di sicurezza a tutti, all’Ucraina come alla Russia. Occorre cercare la comprensione tra tutti paesi, abolire la guerra come mezzo di regolazione delle contese, come del resto afferma solennemente l’art. 11 della nostra Costituzione.
Insistendo sull’uso dei fossili l’Europa pagherebbe un prezzo altissimo di dipendenza dall’estero, con sottrazione di risorse, con il blocco dello sviluppo, con la caduta dell’occupazione.
Per raggiungere l’autonomia in Italia e in Europa e quindi ridurre i costi occorre produrre energia in modo sempre più compatibile con gli obiettivi climatici. Occorre un progetto complessivo che comprenda investimenti massici nelle energie rinnovabili, nell’idrogeno verde, nel risparmio energetico.
Nelle posizioni del Governo ci sono evidenti ambiguità. Puntare su misure transitorie come maggiori estrazioni nazionali di gas e nuovi rigassificatori (occorrono alcuni anni) e insistere sull’uso del carbone sono misure tampone o scelte che contrastano con gli impegni presi in precedenza ?
Oggi disponiamo di tecnologie che possono portarci fuori da questa crisi. La guerra può indurre misure di arretramento e conservazione del modello economico precedente o invece essere l’occasione per fare subito scelte coraggiose e innovative per l’ambiente, riducendo i consumi e approntando da qui ai prossimi 3 anni 60 GW di rinnovabili, come suggerisce l’A.D. Starace di ENEL, che farebbero risparmiare all’Italia 18 miliardi di metri cubi di gas. Se avessimo continuato a investire in impianti di energie rinnovabili come nel triennio 2010/13, avremmo consolidato i posti di lavoro creati nel triennio ed oggi, dopo 8 anni, avremmo operativi gli stessi 60 GW di rinnovabili in più ipotizzati da Starace, riducendo già oggi il consumo di gas fossile di 18 miliardi di m3, pari al 66 % del gas importato dalla Russia. Le misure ipotizzate dal Governo sono ben lontane da questo risultato, per questo chiediamo una svolta coraggiosa.
Governo e parlamento debbono decidere subito un nuovo programma di politiche energetiche accelerando al massimo gli investimenti nelle energie rinnovabili e nell’idrogeno, concentrando gli investimenti del PNRR anzitutto su questo obiettivo.
Mario Agostinelli
Alfiero Grandi
Jacopo Ricci
Alex Sorokin
4 marzo 2022
(www.jobsnews.it del 28/02/22)
Non è vero che la guerra non ha alternative. Le alternative sono le soluzioni diplomatiche, le trattative per raggiungere accordi, le reciproche rassicurazioni per stemperare e risolvere i conflitti (anche quando sembra impossibile), l’impegno a cercare accordi per costruire una pace duratura nel tempo. Un cattivo accordo è sempre meglio della guerra migliore che, come è ben noto, è una realtà che non esiste perché porta morti, feriti, distruzioni, bambini segnati dagli orrori che trascina con sé.
La responsabilità di Putin nell’aggressione all’Ucraina è fuori discussione.
L’attacco all’Ucraina è un grave errore politico ed umano, che indebolirà anche la forza dell’azione militare, e non è certo una giustificazione che il governo ucraino abbia continuato a ribadire posizioni come entrare nella Nato che quello russo considerava inaccettabili. L’aggressione non si giustifica nemmeno con le posizioni della Nato e dei suoi membri che hanno incoraggiato l’Ucraina a non cercare le modalità per individuare le garanzie per la sicurezza della Russia. Non ci sono giustificazioni per la scelta di Putin di dare il via all’invasione dell’Ucraina e questo purtroppo aprirà un solco profondo politico, umano, culturale, che sarà molto difficile colmare. Eppure occorre provarci, non ci sono alternative, a partire dal cessate il fuoco e dall’avvio di trattative tra le parti coinvolte... Continua a leggere...
(www.jobsnews.it del 22/02/22)
La rielezione di Mattarella alla Presidenza della Repubblica ha impedito una crisi democratica nel nostro paese, ma la situazione non è tornata quella di prima, come se nulla fosse cambiato. Mattarella non cercava il reincarico e Draghi era il candidato più forte a sostituirlo. Non ce l’ha fatta perché è prevalsa la preoccupazione che la sua elezione potesse precipitare l’Italia verso le elezioni anticipate per la paventata impossibilità di trovare una soluzione per guidare il governo con conseguenze politiche sulla lotta alla pandemia e sull’attuazione del PNRR. Lega e Movimento 5 Stelle, per primi, hanno agito in questo modo. Alcuni che si sono spesi nell’interdizione verso l’elezione di Draghi a Presidente della Repubblica – spingendosi ad accettare la rielezione di Mattarella mentre all’inizio nemmeno volevano sentirne parlare – (forse) non avevano previsto le conseguenze che ne sarebbero derivate... Continua a leggere...
(www.jobsnews.it del 14/02/22)
Nei giorni scorsi ci sono stati eventi in direzioni fortemente contrastanti.
Da un lato il parlamento italiano ha approvato a larga maggioranza in via definitiva (8 febbraio) la modifica degli articoli 9 e 41 della Costituzione per inserire tra i suoi principi fondamentali la tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi (art. 9) prevedendo che l’iniziativa economica non possa svolgersi in modo da recare danno alla salute e all’ambiente e che la legge ha il compito di determinare programmi e controlli per indirizzare l’attività economica pubblica e privata a fini ambientali (art. 41). Certo, la giurisprudenza della Corte costituzionale aveva già consolidato nella pratica buona parte di questi principi con sentenze che di fatto hanno anticipato quello che ora è scritto nella Costituzione. Anche alcune direttive europee hanno contribuito a mettere al centro salute e ambiente. Dall’altro lato la Commissione europea, sotto la pressione di interessi pubblici e privati, ha contraddetto sé stessa, i suoi stessi coraggiosi obiettivi contenuti nel piano Fit for 55, e ha approvato una proposta di direttiva sulla tassonomia europea che vorrebbe inserire gas e nucleare tra le energie rinnovabili, che in realtà non sono... Continua a leggere...
(www.strisciarossa.it del 11/02/22)
La legge elettorale è indispensabile prima delle prossime elezioni politiche. Abbiamo rischiato due volte di precipitare verso elezioni anticipate senza la cintura di sicurezza di una nuova legge elettorale, coerente con i principi costituzionali. Ora sbagliare ulteriormente sarebbe diabolico.
L’incostituzionalità della legge in vigore
È indispensabile anzitutto per le ragioni contenute nei ricorsi già presentati ai tribunali per incostituzionalità. Due principali. Il voto unico “coatto” per l’uninominale e per le circoscrizioni proporzionali, a pena di nullità. È come invitare a pranzo qualcuno che si presenta con tutta la sconosciuta famiglia senza avvisare. Praticamente nessun elettore sa a chi si trasferisce automaticamente il suo voto per il collegio uninominale.
La negazione della parità del valore del voto degli elettori. Qualcuno è più uguale degli altri. Infatti c’è chi vota per 6 senatori come in Trentino Alto Adige, mentre in Basilicata con più o meno gli stessi abitanti si deve accontentare della metà. Un furto con destrezza che avviene solo perché nella legge elettorale in vigore le Province autonome sono parificate alla Regioni, ma nella Costituzione le circoscrizioni sono solo su base regionale, ecco spiegato il trucco. Questi due aspetti meritano un giudizio della Corte Costituzionale prima del voto, dopo sarebbe tardi... Continua a leggere...
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