Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
(www.editorialedomani.it - 04 aprile 2024)
Il disegno di legge che punta all’elezione diretta per la presidenza del Consiglio è una posta in gioco che le opposizioni non possono sostenere. Con il premierato si rischia di tornare a prima dell’unità d’Italia, un progetto di potere per tenere i parlamentari al guinzaglio. Perciò la legge elettorale resta nella nebbia, altrimenti si capirebbe che è
una legge truffaColpisce che mentre Giorgia Meloni ha dato il mandato ai suoi fedeli al Senato di arrivare ad approvare il disegno di legge che punta all’elezione diretta del presidente del Consiglio prima delle elezioni europee, ci sia ancora qualcuno nell’opposizione che si attarda a cercare soluzioni “tecniche”, o presunte tali, per rendere più accettabile la proposta... Continua a leggere...
(www.strisciarossa.it - 4 aprile 2024)
La proposta del Governo firmata dal solo Ministro Calderoli sull’autonomia regionale differenziata, dopo l’approvazione al Senato, ha alla Camera un’improvvisa accelerazione, tanto da essere inserita nel calendario dell’aula per il 29 aprile. La maggioranza su pressione della Lega ha deciso un’accelerazione improvvisa tanto più incomprensibile in quanto la Commissione Affari Costituzionali della Camera è ancora impegnata ad ascoltare numerosi esperti, costituzionalisti e organizzazioni sociali. Per di più da queste audizioni continuano ad uscire critiche serrate e contrarietà alla proposta di legge del governo insieme ad una denuncia dei pericoli derivanti dalla frantumazione dello Stato unitario in tanti staterelli regionali, che rischiano di portare indietro le lancette della storia, a prima dell’unità nazionale.
Più poteri, soldi e funzioni al nordE’ evidente che Governo e maggioranza si preparano ad ignorare le opinioni espresse ... Continua a leggere...
(www.editorialedomani.it - 21 marzo 2024)
In Basilicata l’opposizione non ha dato il meglio di sé, forse può sperare nel soccorso di chi comprende che è un momento difficile e occorre evitare che le destre si consolidino dopo avere imbarcato quella parte dell’opposizione che non ha trovato di meglio che scegliere per dispetto. E’ curioso che Renzi e Calenda facciano la stessa scelta dopo essersi divisi.
Auguri alla Basilicata di liberarsi di chi la immagina come il Texas a scapito dell’ambiente e dell’agricoltura e potrebbe puntare al deposito delle scorie nucleari, colpo già tentato in passato.
Tuttavia qualcosa accomuna Abruzzo e Basilicata e perfino la Sardegna: l’astensione. L’astensione ha raggiunto, in qualche caso superato, la metà degli elettori. E’ un problema di fondo per la democrazia, che non può restringersi a lotta per la spartizione del potere istituzionale che diventerebbe appannaggio di pochi... Continua a leggere...
(www.ilfattoquotidiano.it - 16 marzo 2024)
La prima emergenza nel funzionamento della democrazia italiana è la crescita dell’astensionismo. Questo è il segnale che accomuna Sardegna e Abruzzo.
Ci sono stati episodi di partecipazione massiccia al voto che confermano che quando si è chiamati a decidere su argomenti di grande rilievo in modo chiaro la situazione cambia, come in occasione del referendum del 2016 che bocciò la deformazione costituzionale proposta da Renz... Continua a leggere...
Nell’ultimo consiglio direttivo, dicembre 2023, avevamo messo al centro 2 temi di fondo: Autonomia regionale differenziata e elezione diretta del Presidente del Consiglio su cui il Governo ha presentato in prima persona proposte di legge e sta gestendo direttamente anche le modifiche. Consapevoli che argomenti universali come questi debbono essere oggetto di una formidabile campagna di informazione e di orientamento - tanto più se dovessero evolvere come auspichiamo, soprattutto nel caso del cosiddetto “premierato”, verso consultazioni referendarie che sono l’ultima possibilità per bloccarne l’entrata in vigore - abbiamo indicato nella Via Maestra la sede politica necessaria per affrontare queste sfide... Continua a leggere...
(www.strisciarossa.it - 7 marzo 2024)
La Via Maestra si candida a interpretare la domanda di riscossa sociale su temi di fondo come sanità, scuola, povertà e nell’affermare diritti misconosciuti come il rinnovo dei contratti di lavoro e il diritto dei sindacati di essere ascoltati sulle scelte di fondo per il futuro dell’Italia. La Via Maestra si è allargata dal nucleo originario ad un’area molto ampia di associazioni ed organizzazioni.
Sabato 2 marzo si è svolta una partecipata assemblea nazionale, punto di coordinamento di soggetti e associazioni di varia natura (oltre duecento), che si è consolidato negli ultimi tempi e di cui la Cgil è un punto di riferimento... Continua a leggere...
(www.strisciarossa.it 23 Febbraio 2024)
In questi giorni c’è chi si incarica di dare un appuntamento a nome di un’area di volenterosi a dopo le elezioni europee, quando i cittadini avranno già votato e quindi saranno usciti di scena, nell’illusione di costruire una nuova versione del premierato tale da bloccare il ricorso al referendum costituzionale, che è evidentemente la bestia nera dei fautori di questa posizione.
Il punto debole di questa posizione sta nel fatto che il Governo ha presentato una sua proposta di legge (firmata da Meloni e Casellati) sull’elezione diretta del Presidente del Consiglio, più o meno sul modello dei Presidenti di regione. Senza dimenticare che le modifiche al testo presentato dal governo vengono concordate dentro la maggioranza e presentate dal governo a nome di tutta la maggioranza... Continua a leggere...
(www.strisciarossa.it - 10 febbraio 2024)
Le destre pasticciano e raccontano balle, ma stanno preparando un piatto avvelenato la cui prima vittima sarebbe la democrazia della Costituzione del 1948.
Il progetto di legge che punta all’elezione diretta del Presidente del Consiglio è del governo: questo va ricordato a quanti parlano di questa proposta come se si fosse frutto di una procedura normale, ma non è così. Certo, non è il primo governo che pretende di cambiare la Costituzione a suo piacimento (anche il governo Renzi ci ha provato, ma non ce l’ha fatta).
Una proposta del governo
In passato, quando si è cercato di cambiare la Costituzione, le iniziative sono state prese per lo più una sede parlamentare, quindi con il coinvolgimento di tutti i partiti presenti sia alla Camera che al Senato. Per questo sono nate le commissioni ad hoc come la “bicamerale”. Una commissione parlamentare è ben diversa da una proposta del solo Governo perché presuppone un confronto tra maggioranza e opposizione... Continua a leggere...
(articolo del 8/2/24 - Left)
L’impianto del disegno di legge costituzionale Meloni-Casellati è inemendabile, nonostante siano state avanzate proposte alternative. Il referendum è la strada contro lo stravolgimento della Costituzione
È iniziato l’esame della proposta del governo (Meloni-Casellati) per stravolgere la Costituzione. Non deve trarre in inganno il tentativo di dipingere le modifiche come limitate a rafforzare il ruolo del presidente del Consiglio. La modifica interviene su punti fondamentali della Costituzione, fingendo di non farlo, ma è una balla perché - ad esempio - non è vero che non verrebbero toccati i poteri del presidente della Repubblica. Al contrario, il ruolo del presidente della Repubblica verso gli altri poteri costituzionali come governo e Parlamento verrebbe ridotto ad un ruolo notarile, di presa d’atto di decisioni di altri. Occorre comprendere le ragioni dell’iniziativa del governo che punta a un’altra Costituzione, fuori dal perimetro di quella del 1948, democratica (fondata sulla separazione dei poteri dello Stato) e antifascista perché nata dalla cacciata del fascismo. Pesano le difficoltà del governo a realizzare risultati convincenti, anche per i suoi elettori, che non dipendono dai ristretti spazi di manovra ma da idee politiche che non sono in grado di affrontare la realtà economica e sociale. A forza di rappresentare una realtà di comodo del Paese si finisce con il non riuscire a misurarsi con quella esistente e si agisce per strappi, per fughe e rinvii; gli unici punti fermi sono la subalternità agli Usa e all’alleanza atlantica più un capovolgimento, tormentato e ambiguo, del rapporto con l’Europa. Il governo fatica a governare e deve continuamente trovare colpevoli a cui addossare le responsabilità delle sue difficoltà. La Costituzione diventa il punto di attacco, del tipo: se avessi le mani libere e una diversa Costituzione potrei fare ben altro. Da qui la spinta per cambiare la Costituzione e di raccontare che lì è la radice della difficoltà di governare. Eppure il governo usa i decreti legge, che sono atti del solo governo con effetto immediato, in misura e quantità che non hanno precedenti, obbligando il Parlamento a seguire i suoi contorcimenti. Al punto che per evitare ingorghi nell’attività del Parlamento, che non riesce ad approvare la grande quantità di decreti legge del governo, si lavora in pratica a Camere alternate, una esamina e l’altra ratifica il suo lavoro, che è una pratica fuori dalla Costituzione. L’ingorgo nasce da troppi provvedimenti episodici, adottati per fini di propaganda inseguendo i singoli avvenimenti, senza una visione di insieme, tanto meno di lungo periodo. Una continua rincorsa più per fare propaganda (dai rave in avanti) che per costruire risposte politiche organiche ed efficaci. Viene dimenticato che il governo Meloni con il 44% dei voti ha ottenuto il 59 % dei senatori e dei deputati, con un premio di maggioranza del 15 %. Nemmeno Berlusconi nel 2008 ha avuto tanto, malgrado avesse ottenuto più voti. Non ha senso insistere nell’attribuire ad altri delle proprie difficoltà a governare e tanto meno questo dipende dalla Costituzione.
(www.strisciarossa.it 25 Gernnaio 2024)
Alle “trombe” della maggioranza di destra, che ha approvato il ddl Calderoli al Senato, occorre rispondere con una dura opposizione alla Camera e se necessario con le “campane” del referendum per abrogare il ddl Calderoli. Era prevedibile, dopo il patto tra Salvini e Meloni sull’approvazione dell’autonomia regionale differenziata e del premierato, che accadesse, ma l’Italia e la sua democrazia pagheranno un prezzo pesante se questi due obiettivi diventeranno realtà.
I numeri in Parlamento, purtroppo, consentono alla maggioranza di procedere. Solo le sue contraddizioni, che non sono poche, danno la possibilità di bloccare questa deriva scellerata. Il senatore Balboni, presidente della Commissione affari costituzionali, meloniano doc, ha mostrato quanto forti siano le contraddizioni di Fdi affermando che era ed è contrario al titolo V, ma che ora non vuole modificarlo perché approvato da un referendum popolare in cui lui era minoranza. Si tratta di una evidente contraddizione logica come ha replicato meritoriamente con forza il senatore De Cristofaro... Continua a leggere...
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