| Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
      (www.editorialedomani.it del 30/3/22) 
 La Camera sta discutendo e dovrebbe approvare a giorni una modifica della Costituzione che consentirà di eleggere i senatori su base circoscrizionale e non più su base regionale. Questa modifica della Costituzione si è resa necessaria dopo l’entrata in vigore del taglio dei parlamentari (400 deputati e 200 senatori) che sarà in vigore dalle prossime elezioni politiche. Le Regioni più piccole hanno la garanzia di avere eletti 3 senatori (1 in Val d’Aosta) ma questo è anche il limite che rende praticamente impossibile un minimo di proporzionalità, in quanto in queste regioni la soglia per ottenere eletti sarà molto alta (20/30%) e potrebbe perfino consentire a qualcuno, con alcune mosse, di fare l’asso pigliatutto. La soluzione di come realizzare una rappresentanza più aderente alla realtà politica, culturale, sociale delle piccole regioni verrà affidata alla legge attuativa...  Continua a leggere...  
      
OSSERVATORIO       SULLA TRANSIZIONE       ECOLOGICA – PNRR     
Promosso da:       Coordinamento per la       Democrazia Costituzionale, Laudato Si’, NOstra  Al Presidente del         Consiglio         Mario Draghi Siamo d’accordo con         lei quando         in Parlamento e in altre sedi pubbliche          ha enunciato l’esigenza non solo di affrontare le         emergenze, a partire         dall’approvvigionamento del gas, a fronte dell’invasione russa         in Ucraina e         alle misure di pressione per costringere uno storico fornitore a         scegliere la         tregua e la pace anziché di proseguire la guerra di aggressione,         ma soprattutto         di puntare ad accelerare le misure per la transizione ecologica         dell’economia  con         l’obiettivo di         contenere l’aumento della temperatura del pianeta entro 1,5         gradi. Sono passati         pochi mesi da importanti sedi internazionali che avevano la         questione climatica         come centro della discussione e oggi siamo precipitati in una         situazione         pericolosa, che provoca lutti e devastazioni in Ucraina e         distorce gravemente         l’attenzione dagli obiettivi climatici che dovrebbero riguardare         tutti noi,         tutti i Paesi della terra, in un grande impegno corale di         collaborazione e         cooperazione. Esattamente l’opposto della guerra come mezzo di         regolazione         delle contese... Continua a leggere...   
      (www.jobsnews.it del 23/03/22) 
La guerra in Ucraina                 continua. L’invasione russa prosegue sia pure con                 difficoltà, l’Ucraina ne contrasta l’avanzata. Le                 richieste insistenti di Zelensky sulla No-Fly Zone, per                 la fornitura di aerei dalla Nato, per avere armi letali                 come Iron dome da Israele, per il blocco delle forniture                 all’Europa di gas dalla Russia, confermano che un conto                 è contrastare, mettere in difficoltà l’invasione russa,                 altro è vincere. Quanto sta accadendo in Ucraina, dove                 ci sono morti, feriti, distruzioni e si sta scavando un                 burrone tra mondi e culture, va fermato senza perdere                 tempo. Non fermare subito i combattimenti significa che                 lutti, distruzioni, la semina di odii e rotture profonde                 diventeranno sempre più gravi, insopportabili in Ucraina                 e nel mondo. L’impressione è che le                 parti in causa non abbiano ancora deciso se sia giunto                 il momento per trattare seriamente e che anche i                 mediatori siano in attesa di un momento più favorevole                 per svolgere il loro ruolo. La speranza è che                 riservatamente qualcosa si stia muovendo, ma per ora è                 solo una speranza. Nelle valutazioni che si ascoltano e                 si leggono su questa guerra in Italia, e non solo,                 prevale lo schierarsi a sostegno, ma questa non è una                 competizione pacifica nella quale fare il tifo, è una                 guerra che deve arrestarsi prima possibile. L’obiettivo è farla                 cessare per risparmiare vite umane, altre distruzioni,                 altri veleni che vanno in circolo in modo potente. Ad                 esempio, il diffondersi della convinzione che evitare la                 guerra è un sogno irrealizzabile, quasi fosse un                 fenomeno naturale, e per questo la corsa al riarmo                 sarebbe inevitabile. Non a caso è tornato di moda il                 motto latino guerrafondaio: se vuoi la pace prepara la                 guerra. Partendo                   dall’invio di armi all’Ucraina si passa con                   disinvoltura a prendere in considerazione un                   intervento armato diretto Esattamente dove                 porterebbero la No-Fly zone, oppure l’invio di aerei da                 combattimento, richiesti da Zelensky, se non                 all’estensione del conflitto, ad una guerra aperta tra                 Nato e Russia? Si delinea sempre più nitido il pericolo                 di un’escalation. Tanto è vero che iniziano le                 distinzioni tra guerra diretta tra Russia e Nato e il                 rischio di un conflitto nucleare, che secondo queste                 valutazioni sarebbe possibile evitare. Ne hanno parlato                 in questi termini autorevoli dirigenti ucraini e anche                 esponenti di altri paesi europei. Per questo                 l’iniziativa per una tregua e per la pace debbono essere                 la priorità per tutt...  Continua a leggere...   
      OSSERVATORIO       SULLA TRANSIZIONE       ECOLOGICA – PNRR Promosso da:       Coordinamento per la       Democrazia Costituzionale, Laudato Si’, NOstra 
Il Presidente del Consiglio Draghi ha detto più volte che       bisogna       puntare sulle energie rinnovabili per raggiungere l’obiettivo       della nostra sovranità       energetica. Per ora il Ministro Cingolani ha annunciato solo       l’approvazione di       alcuni parchi eolici che valgono solo 400 MegaWatt e l’intenzione       di costruire due       rigassificatori galleggianti. Troppo poco per parlare di svolta       nella politica       energetica del nostro paese. 400 MegaW sono un ventesimo delle       richieste di       eolico che Terna ha in attesa di approvazione. Occorre fare       seguire alle parole       i fatti e le scelte. Bisogna uscire da questa contraddizione: da un lato si       parla di       rinnovabili ma in realtà si pensa al gas, al carbone, o anche       peggio.Interventi per alleggerire le conseguenze dell’aumento dei       prezzi e       della guerra sono indispensabili ma il problema di fondo è puntare       su un nuovo       piano energetico nazionale, in un quadro europeo. Per questo       occorrono proposte       precise...  Continua a leggere...   
      (www.jobsnews.it del 16/03/22) 
È abbastanza evidente                   che alcuni commentatori hanno cercato di contrapporre                   la piazza di Firenze contro l’aggressione in Ucraina a                   quella precedente di Roma, cercando di perpetuare un                   equivoco che rischia di dividere un movimento plurale,                   diversificato, in qualche caso perfino con motivazioni                   opposte, ma che condivide l’obiettivo prioritario di                   fermare la guerra. Prova ne sia che l’appello ripetuto                   e insistito per la creazione della No-Fly zone o per                   la fornitura di aerei all’Ucraina è caduto nel vuoto,                   esattamente come nella precedente manifestazione di                   Roma e non poteva che essere così. Anche le                   rappresentanze presenti erano in buona parte le                   stesse. Questo tentativo di dividere il movimento o se                   si preferisce la grande opinione pubblica che vuole la                   fine della guerra in Ucraina, cercando un’intesa di                   pace, va indicato come pericoloso e controproducente.                   Perché le “piazze” per la pace hanno bisogno di                   estendersi e di rafforzarsi per contribuire a fermare                   la guerra. Il programma di chi vuole fermare la guerra                   è la fine dei combattimenti in Ucraina, garantendo la                   vita delle persone, di chi è sotto i bombardamenti, di                   chi oggi combatte, avviando una vera trattativa per                   regolare il contenzioso...  Continua a leggere...   
      (www.editorialedomani.it del 12/3/22) 
    La “piazza” per la pace ha bisogno di estendersi e rafforzarsi per contribuire a fermare la guerra. L’unità è sull’obiettivo, le motivazioni sono diverse, ma è un sogno che non ha alternative. Non basta che si offrano per le trattative “volenterosi” capi di governo, anche per interessi propri, ma è urgente che entri in campo l’Onu, da troppo tempo messo nell’angolo, ridotto a teatro delle reciproche accuse.I soldi per le guerre e gli armamenti si trovano sempre, non quelli per affrontare i problemi delle persone: lavoro, equità sociale che sono considerati costi. 
 
La “piazza” per la pace ha bisogno di estendersi e rafforzarsi per contribuire a fermare la guerra. Il suo programma è la fine dei combattimenti in Ucraina, garantendo la vita delle persone, di chi è sotto i bombardamenti, di chi oggi combatte, avviando una vera trattativa per regolare il contenzioso. L’unità è sull’obiettivo, le motivazioni sono diverse, ma è un sogno che non ha alternative...  Continua a leggere...   
      (www.jobsnews.it del 8/03/22) 
A Roma una manifestazione                 per la pace grande, pacifica, plurale con l’obiettivo di                 fermare la guerra in Ucraina, iniziata con l’aggressione                 russa. Altre manifestazioni in Italia. Altre ancora in                 Europa. Da segnalare quella molto partecipata in                 Germania. Le posizioni nelle manifestazioni non sono                 tutte uguali. Si partecipa da diversi punti di vista                 alla costruzione di un grande movimento per la pace                 perché l’obiettivo è fermare la guerra e i suoi orrori.                 Chiamarsi fuori da questo movimento perché le parole                 d’ordine sono diverse è un errore, è la situazione                 stessa che si presta a diversi approcci e motivazioni,                 ciò che conta è l’accordo di tutti sul fermare la                 guerra, per rovesciare la corsa alla morte e alla                 distruzione. L’auspicio è che diventi un movimento                 forte, esteso e unitario, tale da riuscire a ribaltare                 la tendenza a proseguire questa guerra, che lascerà                 dietro di sé morti, feriti, distruzioni, danni immensi                 sui bambini...  Continua a leggere...   
      OSSERVATORIO SULLA TRANSIZIONE ECOLOGICA – PNRRPromosso da: Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Laudato Si’, NOstra
 
 
 L’escalation bellica       in Ucraina       ha subito una accelerazione drammatica dopo l’invasione di Putin       che rischia di       minare la pace in Europa per la contrapposizione di blocchi       contrapposti.   Si adombra perfino       la minaccia       nucleare e questo richiama l’esposizione alle minacce incombenti       sull’umanità       ricordate da papa Francesco: la guerra annientatrice, il clima       ostile alla       sopravvivenza, l’ingiustizia sociale che corrompe le esistenze. Nè       possiamo       dimenticare che la pandemia aggredisce tuttora gran parte del       pianeta. Questa       situazione rischia di mettere in ombra la questione climatica, che  finalmente e faticosamente è       diventata       centrale e da cui dipende il futuro dell’umanità. Le anomalie       climatiche si       moltiplicano e si aggravano: dall’estrema siccità allo       scioglimento accelerato       del permafrost in Siberia, alla mancanza d’acqua, questioni che       vengono rimosse       sotto la pressione della guerra.  La risposta       all’impazzimento dei       prezzi dei combustibili fossili e alle carenze di rifornimenti non       può che       avere la risposta dell’accelerazione della strategia       indispensabile per       mantenere l’aumento della temperatura entro 1,5 gradi.  L’uso dei       combustibili fossili è       ancora in campo come fattore di potenza e di dominio del mondo.       L’Europa non       deve cedere a questa deriva, neppure in presenza della guerra in       Ucraina.  L’unica risposta       alla guerra è       riaprire il dialogo e non l’estensione della Nato, senza       comprendere che       occorre anzitutto fornire condizioni di sicurezza a tutti,       all’Ucraina come       alla Russia. Occorre cercare la comprensione tra tutti paesi,       abolire la guerra       come mezzo di regolazione delle contese, come del resto afferma       solennemente       l’art. 11 della nostra Costituzione. Insistendo sull’uso       dei fossili       l’Europa pagherebbe un prezzo altissimo di dipendenza dall’estero,       con       sottrazione di risorse, con il blocco dello sviluppo, con la       caduta       dell’occupazione. Per raggiungere       l’autonomia in       Italia e in Europa e quindi ridurre i costi occorre produrre       energia in modo       sempre più compatibile con gli obiettivi climatici. Occorre un       progetto       complessivo che comprenda investimenti massici nelle energie       rinnovabili,       nell’idrogeno verde, nel risparmio energetico. Nelle posizioni del       Governo ci       sono evidenti ambiguità. Puntare su misure transitorie come       maggiori estrazioni       nazionali di gas e nuovi rigassificatori (occorrono alcuni anni) e       insistere       sull’uso del carbone sono misure tampone o scelte che contrastano       con gli       impegni presi in precedenza ? Oggi disponiamo di       tecnologie che       possono portarci fuori da questa crisi. La guerra può indurre       misure di       arretramento e conservazione del modello economico precedente o       invece essere l’occasione       per fare subito scelte coraggiose e innovative per l’ambiente,  riducendo i consumi e       approntando da qui ai       prossimi 3 anni 60 GW di rinnovabili, come suggerisce l’A.D.       Starace di ENEL,       che farebbero risparmiare all’Italia 18 miliardi di metri cubi di       gas. Se       avessimo continuato a investire in impianti di energie rinnovabili       come nel       triennio 2010/13, avremmo consolidato i posti di lavoro creati nel       triennio ed       oggi, dopo 8 anni, avremmo operativi gli stessi 60 GW di       rinnovabili in più ipotizzati       da Starace, riducendo già oggi il consumo di gas fossile di 18       miliardi di m3,       pari al 66 % del gas importato dalla Russia. Le misure ipotizzate       dal       Governo sono ben lontane da questo risultato, per questo chiediamo       una svolta       coraggiosa. Governo e parlamento       debbono       decidere subito un nuovo programma di politiche energetiche       accelerando al       massimo gli investimenti nelle energie rinnovabili e       nell’idrogeno,       concentrando gli investimenti del PNRR anzitutto su questo       obiettivo. Mario Agostinelli Alfiero Grandi Jacopo Ricci Alex Sorokin 4 marzo 2022   |  | 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
		
		 
			
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